LIMA, venerdì, 31 luglio 2009 (ZENIT.org).- “La globalizzazione ci può rendere più vicini, ma non per questo ci rende più fratelli”, ha affermato il Cardinale Juan Luis Cipriani Thorne nella Messa e nel “Te Deum” per il 188° anniversario dell’indipendenza del Perù.
L’Arcidiocesi di Lima ha spiegato questo martedì che “la sfida della fraternità è ciò che darà anima a questo grande Paese. Non solo la condivisione di cose materiali, ma quella dimensione più profonda di amore per il prossimo, di amore per il piccolo, per l’anziano che non è un fattore produttivo, ma un essere umano”.
Durante la sua omelia, l’Arcivescovo di Lima e primate del Perù ha ricordato l’importanza di promuovere una prospettiva di vita eterna, proponendo una carità universale richiesta dai tempi attuali.
“In questa esigenza è in gioco un ideale meraviglioso, la necessità di raggiungere un’autentica fraternità”, ha affermato, aggiungendo che “non ci sarà riconciliazione in cuori pieni di odio e menzogne”.
“Quanto è pericoloso che la memoria di un Paese possa rimanere avvelenata dall’odio, dalla vendetta, dalla delusione, dalle false speranze, da menzogne radicate! – ha esclamato –. Sono necessari un rinnovamento e una purificazione della nostra memoria. La capacità di futuro dell’uomo e della società dipendono dalle radici che hanno, da come riescono ad accogliere in sé il passato e, a partire da questo, a elaborare criteri di azione e di giudizio”.
“Non ci sarà riconciliazione nei cuori pieni di odio e menzogna. Bisogna avere la grandezza e il coraggio di non lasciarsi imprigionare da proposte ideologiche politicamente corrette, che si diffondono in questo mondo relativista senza principi etici saldi”, ha segnalato.
L’Arcivescovo di Lima ha esortato i peruviani a “essere grati nei confronti di quanti hanno generosamente offerto la propria vita per restituirci la libertà (dal terrorismo)”.
Ha quindi ricordato che nel Paese bisogna perseguire un clima di “fiducia sociale” basata sull’ordine e sulla disciplina, perché per raggiungere una “patria grande e giusta” è fondamentale la fiducia nella società.
“I cittadini possono e devono esprimere liberamente le proprie idee nel contesto della legge; in questo modo, le normali discrepanze generano un tessuto vigoroso di vita sociale, e le forze democratiche superano facilmente qualsiasi difficoltà, per grande che sia”, ha sottolineato.
“Se nell’economia di mercato non viene inserita in modo serio e basato sulle norme la dimensione etica, non c’è economia, e quel che resta è un abuso del più forte sul più debole – ha proseguito –. L’economia è di indole sociale, per questo ha la grande opportunità di recuperare il suo volto profondamente umano”.
Il Cardinal Cipriani ha infine ricordato che per raggiungere questa meta bisogna mobilitarsi con il cuore, con volontà, ottimismo, fermezza e amore per la patria, per promuovere un cambiamento nei processi economici e sociali attuali per raggiungere mete pienamente umane.