LES COMBES, domenica, 26 luglio 2009 (ZENIT.org).- L'affidamento totale a Dio è ciò che Benedetto XVI ha chiesto ai sacerdoti questa domenica durante la recita della preghiera mariana dell'Angelus.
In occasione del tradizionale appuntamento settimanale, che questa volta ha avuto luogo a Les Combes, presso la casa dei Salesiani in cui il Pontefice sta trascorrendo alcuni giorni di vacanza, il Papa ha ringraziato in primo luogo per "la gioia di queste giornate segnate da vera distensione - malgrado il piccolo infortunio a voi ben noto" che sta trascorrendo sulle Alpi.
"Colgo l'occasione per ringraziare con affetto coloro che si sono premurati di starmi accanto con discrezione e con grande dedizione", ha confessato.
Ricordando il brano evangelico odierno (Gv 6, 1-15), che narra il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, il Papa ha spiegato come l'Evangelista sottolinei che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento.
"Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell'Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l'istituzione dell'Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi", ha osservato.
L'Eucaristia, ha aggiunto, "è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita".
"In questo Anno Sacerdotale, come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente?".
"E leggendo di quell'anonimo ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos'è questo per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiutare Gesù nella sua missione?".
"E la risposta la dà il Signore - ha concluso -: proprio mettendo nelle sue mani 'sante e venerabili' il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!".