SANTANDER, venerdì, 24 luglio 2009 (ZENIT.org).- Padre Isidro Hoyos, sacerdote che esercita il suo ministero a Cuba e amico del presbitero ucciso pochi giorni fa in questo Paese, di nome padre Mariano Arroyo, ha rivelato che le ultime parole del sacerdote prima di morire, secondo quanto confessato dal suo presunto assassino, sono state “Ti perdono”.
Padre Hoyos lo ha affermato in un’intervista concessa al “Diario Montañés” di Santander (Spagna), località in cui si trova per un periodo di riposo. Il 13 luglio scorso, la polizia cubana ha rinvenuto all’Avana il cadavere di padre Arroyo nella sua casa. Era stato pugnalato e presentava bruciature su alcune parti del corpo. Appena quattro mesi prima, un altro sacerdote compagno di entrambi, Eduardo de la Fuente, era stato ucciso nella stessa città.
Padre Hoyos si è recato a Cuba spinto da padre Arroyo nel 2000, e svolge il suo apostolato in una “città-dormitorio” di 100.000 abitanti in cui la sua è l’unica parrocchia. “E’ una casetta con un cortile, un granello di sabbia. Di domenica ci sono le celebrazioni, alle quali assistono circa 300 persone. E’ poco, ma prima non c’era nulla”.
Per lui non è difficile essere sacerdote all’Avana: “La gente ti tratta molto bene. Non ero abituato all’adorazione della figura del sacerdote. I cubani hanno una grande reverenza nei confronti del sacro”.
Il presbitero è d’accordo sul fatto che la morte di padre Arroyo e quella di padre de la Fuente non siano collegate, e che l’ultimo assassinio sia stato provocato da un tentativo di furto.
“Mariano aveva una cassaforte grande, ma non vi teneva molte cose di valore, solo una corona della Madonna che aveva un valore più sentimentale che monetario. Era molto vecchia. Se c’era del denaro non doveva essere molto. Mariano aveva appena fatto dei lavori nella parrocchia perché era in pessime condizioni. E se aveva del denaro proveniente da donazioni non lo teneva in casa, ma nel Vescovado”.
I due arrestati per la morte dei sacerdoti hanno confessato i delitti. “Quello che ha ucciso Mariano ha rivelato che le sue ultime parole sono state: ‘Ti perdono’”, ha detto padre Hoyos.
“Era un uomo profondamente religioso – ha aggiunto –. Era molto coerente, molto austero”.
Padre Hoyos tornerà all’Avana il 28 agosto e afferma di non aver paura: “Non credo che si tratti di una catena senza fine. Ho un impegno con quelle persone e lo rispetterò. Mi sembrerebbe una codardia non tornare. Non dico che sia necessario, ma sento il dovere di farlo”.