SANTIAGO DEL CILE, mercoledì, 15 luglio 2009 (ZENIT.org).- Rolando Medeiros, presidente dell’Unione Sociale degli Imprenditori Cristiani (USEC), ha scritto una lettera ai membri della sua associazione, dal titolo “La Carità nella Verità e il ruolo dell’imprenditore”, in cui sottolinea tre idee sull’Enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI.
Nel testo, inviato a ZENIT, Medeiros spiega che l’Enciclica “contiene una riflessione profonda sulle tematiche sociali attuali con le loro luci e ombre, e sulle condizioni per uno sviluppo umano integrale e un progresso sostenibile”.
Sono tre le idee dell’Enciclica che si riferiscono specificatamente al ruolo delle imprese e degli imprenditori oggi e che il presidente dell’USEC vuole rimarcare.
In primo luogo, afferma, il testo papale “sottolinea che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è la persona umana nella sua integrità, visto che l’uomo è ‘l’autore, il centro e il fine’ di tutta la vita economica e imprenditoriale. In questo senso, il Papa propone una ‘nuova sintesi umanistica’, cioè di collocare il necessario sviluppo economico e materiale come mezzo e non come fine. Un mezzo per raggiungere la meta del pieno sviluppo umano e sociale”.
Il secondo aspetto si collega all’etica e al modello economico, a proposito della crisi. “Il Papa – spiega Medeiros – segnala che il modello attuale è uno strumento efficace per operare nel mondo degli affari, ma che se le persone che vi operano non hanno valori può essere oggetto di abusi, con conseguenze negative oggi conosciute da tutti”.
“Per questo, il Pontefice esorta a ricostruire una fiducia e una solidarietà che permettano più giustizia sociale. In questo senso, la Carità Sociale è un concetto più ampio di quello della Giustizia Sociale, perché va al di là dei minimi etici; ci spinge non solo a volere il bene per il prossimo, ma anche a lavorare per questo”, ha aggiunto.
Nell’attuale mondo globalizzato, infine, “il Papa chiede a noi dirigenti d’impresa di cercare di non perdere di vista il fatto che la nostra impresa è formata da una comunità di persone su cui dobbiamo sempre vegliare e che va protetta per quanto dispersi possano essere le nostre operazioni, le filiali, gli azionisti, i fornitori, i clienti e il pubblico”.
“E’ facile svincolarsi quando non abbiamo un contatto quotidiano con le squadre di collaboratori, ed è facile dimenticare che il nostro capitale umano è formato da persone con un nome e un cognome, con aspirazioni, potenzialità, famiglie e sogni e il cui contributo con il lavoro quotidiano è unico e prezioso. Perché un’impresa sia altamente produttiva, deve essere anche pienamente umana e socialmente responsabile”.
Per tutto questo, Rolando Medeiros invita “imprenditori, dirigenti e professionisti a leggere e riflettere su questa nuova Enciclica e a unirsi a questa missione di impregnare di valori le politiche, le decisioni, la cultura e il comportamento delle loro organizzazioni. A costruire, insomma, una nuova cultura imprenditoriale”.