A scuola di convivenza dai Carmelitani ad Haifa

Parla il Delegato generale dei Carmelitani scalzi per la Terra Santa e l’Egitto

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di Mirko Testa

ROMA/HAIFA, martedì, 23 giugno 2009 (ZENIT.org).- Vi è una città in Israele dove i desideri di pace e serenità per la Terra Santa si mescolano alla pratica quotidiana della convivenza tra le diverse religioni.

Per la sua collocazione geografica ma anche per la sua tradizione, la città di Haifa, pesantemente bersagliata nel luglio 2006 dal lancio di missili di Hezbollah, durante il conflitto tra questo gruppo integralistico sciita libanese e Israele, ha infatti come vocazione la coesistenza pacifica tra i vari popoli.

Intervistato da ZENIT, padre Flavio Caloi, veronese, Delegato generale dei Carmelitani scalzi per la Terra Santa e l’Egitto e Vicario del Monte Carmelo, ha sottolineato “l’impegno dei Carmelitani scalzi di vivere e annunciare il Vangelo soprattutto in Galilea, nella città di Haifa”.

Qui ad Haifa, in particolare, i padri carmelitani hanno 3 conventi oltre a un centro studi a Gerusalemme; mentre le monache contano un monastero a Betlemme, uno ad Haifa, uno a Gerusalemme e uno a Nazareth.

“I nostri predecessori, più di 800 anni fa – ha raccontato –, hanno iniziato qui la nostra Formula di vita che si ispira al grande profeta Elia e alla Vergine, Madre e regina del Carmelo, che con il suo abito, lo scapolare, ci riveste della sua protezione materna e ci dona Gesù nostro salvatore”.

“La nostra presenza, eccetto per la casa di studi a Gerusalemme,  si concentra in tre posti sul Monte Carmelo: Stella Maris, la parrocchia e Muhraqa (il Sacrificio)”, ha continuato.

Il Santuario “Stella Maris” (Stella del mare) sorge sul promontorio che sovrasta il golfo di Haifa e dove è stato costruito il primo monastero dell’Ordine, noto sotto il nome di Wadi-ein-siah.

Inserito in una incantevole cornice naturale, il santuario è meta di frequenti pellegrinaggi da parte di cristiani, ebrei, musulmani, drusi e bahai – la religione fondata da Husein Ali che sulla salita al Monte Carmelo ha un proprio santuario dalla cupola dorata – che giungono qui per venerare la Vergine e il profeta Elia.

L’apostolato dei carmelitani è attivo però anche sul fronte dell’educazione attraverso la scuola “Carmelite”, che conta oltre 800 alunni ed ospita non solo i cristiani delle varie confessioni ma anche parecchi musulmani.

“L’ecumenismo nasce da solo qui, in questo Santuario, e in questa tollerante e rispettosa città che è Haifa, in cui tutti si sentono a casa, qualunque sia la religione o l’origine”, ha detto padre Caloi.

“La parrocchia di san Giuseppe – ha spiegato il carmelitano – si trova invece nella Haifa bassa, presso il porto. E’ l’unica parrocchia latina della città ed è frequentata dai cristiani di origine palestinese e dai numerosi filippini che lavorano in Galilea”.

“Muhraqa, o il Sacrifico – ha poi aggiunto –, ricorda il grande gesto che il profeta Elia compì per salvare la fede in Israele. Posto in un belvedere naturale che domina la vallata d’Esdrelon, è un posto visitatissimo, specialmente dai neo-catecumenali, dai protestanti, dagli ebrei, dai drusi, anche a causa della stupenda panoramica che vi è offerta”.

Questi luoghi, ha spiegato padre Flavio Caloi, sono oggetto di una profonda devozione, tanto che “la processione della Madonna del Carmelo, che è celebrata la terza domenica dopo Pasqua, è, dopo quella delle Palme a Gerusalemme, la più frequentata in tutto Israele, con decine di migliaia di fedeli provenienti da tutti i Territori della Terra Santa”. 

E proprio da qui – ha concluso il carmelitano –, dal giardino situato all’interno del santuario “Stella Maris”, gli “Angeli della pace”, le tre sculture create da Sabino Ventura e Yumiko Tachimi per rappresentare le tre grandi religioni monoteistiche, ci ricordano che “la pace viene dall’alto, ma dimora nei nostri cuori”.  

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ZENIT Staff

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