Cardinal Tauran: le religioni devono difendere il patrimonio morale comune

Congresso di responsabili delle religioni mondiali in Kazakistan

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ASTANA (Kazakistan), giovedì, 9 lulgio 2009 (ZENIT.org).- “L’unità della famiglia umana è il fondamento ultimo di una solidarietà globale e la base della ricerca di valori etici comuni, che fortunatamente ai nostri giorni suscitano un interesse crescente”.

Lo ha affermato il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, il Cardinale Jean-Louis Tauran, intervenendo alla terza edizione del Congresso dei leader delle religioni mondiali, celebrata ad Astana il 1° e il 2 luglio.

L’incontro è un’iniziativa del Presidente del Kazakistan, Nursultan A. Nazarbayev, dei rappresentanti delle maggiori confessioni religiose del mondo e di personalità di spicco della politica e della cultura internazionali.

Il Congresso è stato dedicato alla riflessione sulla funzione delle religioni nella costruzione di un mondo di tolleranza, di rispetto reciproco e di collaborazione, come ha riportato “L’Osservatore Romano”.

Tre tavole rotonde hanno permesso di approfondire temi come il riconoscimento dei valori etici e spirituali per un’etica universale, i possibili ambiti di dialogo e di cooperazione e le prospettive di solidarietà, soprattutto in tempo di crisi.

“I credenti ritengono che l’etica non solo possa produrre norme di comportamento, ma debba anche plasmare la coscienza umana e contribuire a scoprire le esigenze della legge naturale: dobbiamo fare il bene ed evitare il male”, ha affermato il Cardinal Tauran.

“Questo è un principio fondamentale che si impone su tutti e che permette il dialogo fra persone di diverse culture e religioni”, ha sottolineato.

“In quanto credenti, dunque, dobbiamo riuscire a indicare ai nostri fratelli, uomini e donne, che i nostri valori sono fondamentali per loro al fine di promuovere la comprensione e il riconoscimento reciproci e la cooperazione fra tutti i membri della famiglia umana”, ha aggiunto.

Il porporato ha quindi definito la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 “una delle espressioni più alte della coscienza della storia moderna”.

A suo avviso, questo testo ha contribuito a rendere gli uomini e le donne del nostro tempo “consapevoli del patrimonio di valori inerenti alla famiglia umana e alla sua dignità”.

Allo stesso modo, Tauran ha ricordato l’urgenza di “verificare che nella nostra vita la verità prevalga sull’ambiguità”, perché “bisognerebbe contrastare la tendenza a separare i diritti umani dalle dimensioni etica e razionale”.

Secondo il Cardinale, il legislatore dovrebbe agire “in modo eticamente responsabile perché la politica non può prescindere dall’etica e il diritto civile e l’ordine legale non possono prescindere dalla superiore legge morale”.

“Le grandi saggezze e filosofie religiose devono testimoniare l’esistenza di un patrimonio morale ampiamente condiviso, che forma la base di ogni dialogo su questioni morali”, ha commentato.

“Tale patrimonio esprime un messaggio etico universale che l’uomo può decifrare. La forma e l’ampiezza di queste tradizioni possono differire in maniera considerevole secondo culture e situazioni, ma, nonostante questo, ci ricordano l’esistenza di un patrimonio di valori morali comuni a tutti gli esseri umani”.

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ZENIT Staff

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