di Miriam Díez i Bosch
BARCELLONA, mercoledì, 4 febbraio 2009 (ZENIT.org).- La grandezza delle Scritture consiste nel fatto che “ci aprono il cuore di Dio perché Dio vuole entrare in relazione con noi. Senza Gesù si cadrebbe in un'etica o in una gnosi”.
Con questa premessa, il sacerdote David Amado presenta la Parola di Dio servendosi di commenti di santi, Papi, Padri della Chiesa, scrittori... Il risultato è “Palabra de Dios para los domingos y fiestas” (“Parola di Dio per le domeniche e le feste”), pubblicato da San Pablo.
Le pagine di questa novità editoriale, sempre basate sulla lettura della Parola di Dio che la Chiesa offre ogni domenica, sono uno stimolo e un invito alla riflessione, alla preghiera e alla messa in pratica del Vangelo.
Sacerdote dell'Arcidiocesi di Barcellona (Spagna), David Amado Fernández insegna nell'Istituto diocesano di Teologia Spirituale. E' anche direttore della rivista sonora “Aura” per non vedenti, oltre a collaborare con la rivista mensile “Magnificat” e con l'Università Abat Oliva CEU.
Santi, scrittori, letterati... i commenti alla Parola di Dio sono inesauribili. Su cosa si è concentrato per plasmarli?
Amado: La Parola di Dio è inesauribile nel suo contenuto, e nonostante i molteplici commenti esistenti e la tradizione viva della Chiesa non si smette mai di sorprendersi per le ricchezze che si possono scoprire.
Personalmente sono molti ispirato dagli scritti dei Papi: non solo dalle loro riflessioni concrete su determinati testi della Scrittura, ma in generale dal loro modo di leggere la Bibbia. Mi colpisce anche la lettura di Giovanni Paolo II di alcuni brani biblici. Scopro continuamente, non solo in autori spirituali, ma anche in classici della letteratura o in studi esegetici, interpretazioni molti ispiratrici.
Nei commenti che ho scritto ha influito anche il contesto. Erano destinati all'edizione spagnola della rivista “Magnificat” e pensati come un aiuto alla comprensione orante delle letture domenicali.
Il Sinodo della Parola è stato esigente riguardo al livello delle omelie, che a volte non hanno nulla a che vedere con la Parola di Dio. Come deve essere una buona omelia?
Amado: Mi piace che sia concentrata sui testi biblici che sono stati proclamati durante la celebrazione, o che alluda alla festa concreta. A volte le omelie rispondono ad altre finalità ed è più difficile fare riferimento ai testi.
Mi sembra che come norma generale le omelie debbano aiutare a comprendere la Parola che è stata proclamata perché possa essere interiorizzata dai fedeli. Credo anche che sia necessario evitare di cadere nel moralismo e che si debba cercare di trasmettere la fede della Chiesa in tutta la sua ricchezza.
La Parola di Dio è Gesù Cristo. Molta gente pensa che il cristianesimo sia una “religione del libro”, identificandola con la Bibbia. Come superare questo ostacolo?
Amado: Sant'Agostino dice che non abbiamo la possibilità di toccare, ma di leggere sì. E' anche molto noto il detto di San Girolamo per cui chi non conosce le Scritture non conosce Gesù Cristo. Benedetto XVI ha segnalato che il cristianesimo consiste nell'avvenimento dell'incontro con una persona.
La Bibbia ci serve per imparare ciò che Dio ha detto di se stesso, e quindi ci porta a conoscerlo per sapere come ci ama e poterlo ricambiare. La grandezza delle Scritture sta nel fatto che ci aprono il cuore di Dio perché Dio vuole entrare in relazione con noi. Senza Gesù si cadrebbe in un'etica o in una gnosi.
La carità e la Parola di Dio sono collegate. Perché molte persone si fermano alla lettera, dimenticando lo spirito e l'invito all'azione?
Amado: Quando accogliamo con umiltà e fede la Parola di Dio, questa ci trasforma interiormente.
Sant'Agostino diceva che la Sacra Scrittura si comprende attraverso la vita dei santi. Lo stesso Spirito Santo che ha ispirato la Bibbia è autore della nostra santificazione. La Parola di Dio è viva ed efficace, e quindi ci trasforma interiormente e ci dispone a vivere secondo ciò che in essa ci viene detto.
Allo stesso modo, la vita secondo il Vangelo dispone a una migliore comprensione delle Scritture. Se la nostra vita non cambia, è sicuramente per mancanza di docilità e perché pretendiamo di dominare le Scritture anziché permettere che siano esse a configurarci.