CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 11 febbraio 2009 (ZENIT.org).- L'incrinatura nei rapporti tra Vaticano e mondo ebraico in seguito alla remissione della scomunica a un Vescovo che nega l'Olocausto potrebbe essere giunta al termine, secondo il World Jewish Congress.

L'organizzazione internazionale, che rappresenta 100 comunità ebraiche di tutto il mondo, ha avuto un colloquio lunedì a Roma con il Cardinale Walter Kasper, presidente della Commissione vaticana per le Relazioni Religiose con l'Ebraismo.

La delegazione ha visitato Roma per discutere la remissione della scomunica a quattro Vescovi della Fraternità San Pio X, tra cui il Vescovo Richard Williamson, che in un'intervista alla televisione svedese ha negato la morte di sei milioni di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.

I Vescovi, incluso il superiore generale della Fraternità, sono stati scomunicati nel 1988 dopo aver ricevuto l'ordinazione episcopale illecitamente da parte di monsignor Marcel Lefebvre, che li ha ordinati senza il mandato papale.

Ronald Lauder, presidente del World Jewish Congress, ha affermato che finora il Vaticano ha compiuto i primi passi necessari a rispondere alle preoccupazioni della comunità ebraica, ma che questi passi devono essere seguiti da azioni concrete.

Il Vescovo Williamson, britannico di 68 anni, è stato messo a tacere sulla questione dell'Olocausto e sollevato dai suoi doveri di direttore del seminario della Fraternità San Pio X in Argentina.

“Vogliamo che il Vaticano capisca che accogliendo antisemiti come Williamson i successi di quattro decenni di dialogo ebraico-cattolico dalla dichiarazione del 1965 Nostra Aetate verranno messi in discussione”, ha osservato. “Ora crediamo che il nostro messaggio sia stato compreso. Il dibattito controverso delle ultime tre settimane ha avuto un impatto positivo”.

Richard Prasquier, presidente dell'organizzazione ebraica francese CRIF, e Maram Stern, vicesegretario generale responsabile per il dialogo interreligioso del World Jewish Congress, hanno espresso il proprio ottimismo per il fatto che la situazione attuale possa presto avere fine e non danneggi le relazioni ebraico-cattoliche in futuro.

Riferendosi alle dichiarazioni del Vescovo Williamson alla televisione svedese, Prasquier ha affermato: “Ribadiamo fermamente che la negazione della Shoah non è un'opinione, ma un crimine”.

Lauder ha espresso l'auspicio che la visita di Benedetto XVI in Israele nei prossimi mesi si svolga come è stata programmata. “Attendiamo la visita del Papa in Terra Santa – ha affermato –. Sarà un'opportunità per riaffermare l'impegno del Vaticano nel dialogo con gli ebrei”.