di Antonio Gaspari
ROMA, venerdì, 27 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Questo venerdì si è svolto a Caltagirone, in Sicilia, un incontro promosso dal Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani e dalla Diocesi di Caltagirone sul tema “…Senza pregiudizi né preconcetti. Per gli ideali di giustizia e di libertà, nella loro interezza”.
Il convegno è stato organizzato in memoria del 90° anniversario dell’appello “Ai liberi e forti” di don Luigi Sturzo del 18 gennaio 2009 e in vista della celebrazione della 46a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (autunno 2010).
Ha aperto i lavori monsignor Vincenzo Manzella, Vescovo di Caltagirone, il quale ha ricordato che “a novant’anni dall’appello ‘Ai liberi e Forti’, a cinquant’anni dalla morte di don Luigi Sturzo ci interroghiamo se il suo programma politico-morale d’ispirazione cristiana abbia trovato piena accoglienza in quanti si professano suoi discepoli ed eredi o non si debba ripartire da quel lontano 18 gennaio 1919 per rilanciare gli ideali di giustizia e di libertà”.
“La Diocesi di Caltagirone che ho l’onore di servire – ha sottolineato monsignor Manzella – è fiera di annoverare tra i suoi sacerdoti don Luigi e spera un giorno di poterlo onorare elevato agli onori degli altari, intanto ci sentiamo impegnati più degli altri a seguire i suoi insegnamenti e ad imitarne le virtù umane e soprattutto sacerdotali”.
Monsignor Arrigo Miglio, Presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e Presidente del Comitato Scientifico Organizzatore delle Settimane Sociali, ha introdotto il convegno spiegando il significato e la rilevanza del bene comune e l’impegno dei laici per garantirlo.
Il Vescovo di Ivrea ha ricordato che quello del bene comune è un impegno dei cattolici che viene da lontano, dai primi anni del XX secolo, quando nel giovane Stato unitario, nonostante gli anni del ‘non expedit’, non si rallentò l’impegno dei cattolici italiani a servizio del Paese.
“Impegno – ha affermato – mai venuto meno, neppure durante gli anni più difficili dei rapporti tra Chiesa e Risorgimento, come attestano le innumerevoli opere promosse dal mondo cattolico a servizio dell’istruzione e dell’assistenza dei più poveri”.
Dopo aver rilevato il forte appello per l’impegno dei fedeli laici a servizio del Paese, lanciato dal Santo Padre, al Convegno Ecclesiale di Verona, monsignor Miglio ha sostenuto che “la missione di tutta la comunità ecclesiale a servizio del Bene Comune e la missione specifica dei fedeli laici nel servizio sociale e politico, ci introducono direttamente ai lavori di questo incontro dedicato all’appello che Don Luigi Sturzo lanciava 90 anni fa a tutti gli uomini liberi e forti”.
“Don Sturzo – ha affermato il Vescovo di Ivrea –, ha inteso la sua missione come squisitamente sacerdotale e pastorale, a servizio della Carità nel suo significato più pieno, per tutto l’uomo oltre che per tutti gli uomini, Carità piena cui tutta la comunità cristiana è chiamata, per fedeltà al Vangelo e alla visione di uomo e di storia che ci viene dalla Rivelazione divina”.
“Don Sturzo – ha aggiunto – è stato un grande politico, ha fondato e diretto un partito, ma a monte di questo e anche quando non ha potuto esercitare queste attività ha continuato ad essere pastore ed educatore preoccupato di far comprendere la portata del termine Carità, in rapporto inseparabile con la Giustizia, e di far crescere l’impegno di tutti gli uomini liberi e forti”.
Circa il significato di uomini liberi e forti, monsignor Miglio ha precisato che “oggi forse potremmo anche dire di tutte le persone di buona volontà, in quella missione della Chiesa che è di ordine soprannaturale ma che include anche la missione civile di farsi portatrice di un messaggio di riconciliazione nella giustizia e nell’amore, nell’intento di liberare dall’idolo dell’egoismo e dal mito della violenza sia gli oppressi come gli oppressori e a ristabilire i valori fondamentali della giustizia e dell’amore”.
Dopo aver spiegato che l’insegnamento e l’opera di don Sturzo vanno letti e misurati sulla “Carità di Cristo e sulla condizione reale dei più poveri”, il Vescovo di Ivrea ha auspicato a nome del Comitato che “questo incontro possa contribuire a far crescere nel patrimonio culturale di tutti i cattolici impegnati in campo sociale e politico le idee feconde del grande sacerdote calatino e che le sue parole giungano in particolare ai giovani”.
“Sono molti anche oggi quelli liberi e forti in questa terra e in tutto il Paese, – ha concluso monsignor Miglio – vogliamo perciò incoraggiarli facendo nostro l’appello di Benedetto XVI e aiutarli a diventare generazione veramente nuova, capace di spendere la vita a servizio del Bene Comune, di tutti e di ciascuno”.
Dopo la proiezione di un video sulla vita di don Sturzo curato dalla Tv Sat 2000, don Massimo Naro, Ordinario di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia San Giovanni Evangelista, ha illustrato il cammino spirituale di Luigi Sturzo che viveva “con il Vangelo nascosto in petto”.
Don Naro ha riportato un brano di don Sturzo che scriveva: “Noi dobbiamo inchinarci al mistero. Come non ci riesce chiaro che il creato che esiste ed esegue le leggi date da Dio, di fronte a Dio sia nulla, perché esso non limita né l’infinitezza, né l’onnipotenza, né la libertà di Dio, pur cooperando con Dio; così noi cooperiamo con Dio all’edificazione del suo regno, ma noi siamo nulla e nulla possiamo senza la sua grazia […]. Solo a chi corrisponde e nella misura nella quale corrisponde, sarà detto: ‘Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele nel poco, ti darò autorità sul molto; entra nel gaudio del tuo Signore’ (Mt 25,21)”.