Il Pakistan nega gli aiuti promessi per la ricostruzione della cattedrale cattolica

Aiuto alla Chiesa che Soffre assume l’impegno

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di John Newton

ROMA, martedì, 17 febbraio 2009 (ZENIT.org).- L’associazione caritativa cattolica Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha finanziato la ricostruzione di una chiesa in Pakistan incendiata da militanti estremisti dopo che il Governo non ha rispettato la promessa di assegnare un risarcimento.

ACS ha approvato un progetto per l’importo di 30.000 euro per la completa ricostruzione della chiesa cattolica di Santa Maria, a Sukkur, nella provincia di Sindh, dopo il ritardo di tre anni da parte del Governo nel dare il risarcimento promesso nella primavera 2006.

La promessa del Governo di finanziare la ricostruzione è arrivata alcune settimane dopo che sia la chiesa di Santa Maria che la chiesa protestante di San Salvatore erano state incendiate dagli estremisti, che hanno fatto irruzione negli edifici distruggendo tutto, anche le statue. Hanno anche cercato di aprire il tabernacolo.

Frustrato dal mancato mantenimento delle promesse di risarcimento, il Vescovo Max Rodrigues di Hyderabad ha criticato le autorità.

In una lettera ad ACS, associazione specializzata nell’aiuto ai cristiani perseguitati o in difficoltà, il Vescovo ha scritto: “Il Governo ha fatto grandi promesse di restaurare le chiese il più rapidamente possibile, ma per la corruzione, la cupidigia e le spese superflue molto poco è stato approvato e molto meno è stato fatto”.

Lamentando che dopo tre anni la chiesa continua a essere in rovina, ha aggiunto: “Ci vergogniamo a dire che la nostra chiesa continua ad essere piena di rovine e sporcizia”.

Anche se tecnicamente i fondi per la ricostruzione sono stati concessi due volte, il denaro non è mai arrivato alla Chiesa.

Il finanziamento è stato ritirato entrambe le volte dopo che l’inizio dei lavori è stato sospeso, anche se non è mai stata colpa della Chiesa.

Nella sua lettera, inviata a sostegno della sua richiesta di aiuto ad ACS, il Vescovo Rodrigues ha scritto: “Il denaro approvato è mancato in due occasioni e la nostra gente ancora celebra la Santa Eucaristia all’aperto o nel salone della scuola”.

Al momento dei fatti, il 19 febbraio 2006, un’équipe di ACS era appena arrivata in Pakistan e ha subito offerto il proprio aiuto per ricostruire la chiesa dopo averla visitata.

Il Vescovo Rodrigues ha chiesto all’associazione di aspettare che arrivasse il denaro del Governo prima di dare un finanziamento necessario anche per ampliare l’edificio di una comunità in crescita.

Il presule ha spiegato che ACS ha offerto il suo aiuto per la ricostruzione in varie occasioni, aggiungendo di averlo declinato in un tentativo di “forzare il Governo a ricostruire la chiesa come aveva promesso”. Solo dopo aver smesso di contare sugli aiuti governativi ha finalmente accettato il sostegno economico dell’associazione.

“Sono molto grato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre per il suo forte sostegno umano, morale e finanziario nei confronti del nostro popolo e della Chiesa di Sukkur quando ne avevano più bisogno”.

La chiesa di Santa Maria e quella di San Salvatore, costruite in granito e risalenti al 1889, hanno subito gravi danni nelle sommosse scoppiate per la voce, risultata poi infondata, secondo cui un cristiano aveva bruciato alcune pagine del Corano.

Le suore francescane di Santa Maria hanno rischiato la vita dopo che la folla ha assaltato il loro convento con bombe molotov, dando fuoco a quasi tutto il complesso.

Il pastore protestante Ilyas Saeed e la sua famiglia, con otto figli, hanno dovuto saltare da una finestra per fuggire alle fiamme che avvolgevano la loro casa, annessa alla chiesa di San Salvatore.

Gli attentati hanno coinciso con l’estensione dell’odio in tutto il mondo musulmano a causa delle vignette su Maometto pubblicate in Occidente.

Nella sua lettera ad ACS, il Vescovo Rodrigues conclude: “E’ un periodo di persecuzione per la Chiesa, ma i cristiani di Sukkur rimangono fedeli alla loro fede nonostante la violenza e le intimidazioni”.

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ZENIT Staff

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