Al lavoro su un Codice di Condotta per la Pastorale delle Crociere

Durante l’incontro annuale dei coordinatori dell’Apostolato del Mare

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 16 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Dal 16 febbraio fino al 18 febbraio è stato organizzato a Roma, dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, l’Incontro annuale dei nove coordinatori regionali dell’Apostolato del Mare.

Diversi i temi al centro dell’incontro: dalle restrizioni subite dai marittimi e dai pescatori per scendere a terra e accogliere a bordo i cappellani, ai rischi della pirateria fino ai danni della pesca illegale.

In una intervista alla “Radio Vaticana” il Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, l’Arcivescovo Agostino Marchetto, ha spiegato che “a causa di un’interpretazione restrittiva e non corretta dell’ISPS Code (Codice internazionale per la sicurezza delle navi e le strutture portuali), spesso i marittimi e i pescatori trovano difficoltà a scendere a terra anche dopo lunghe traversate mentre a molti cappellani e volontari viene negato l’accesso al porto e, pertanto, non possono visitare gli equipaggi sulle navi”.

“Questa situazione – ha aggiunto – contribuisce ad aggiungere pressione e stress sui membri dell’equipaggio che vengono privati, così, della possibilità di rilassarsi, contattare le famiglie e ricevere il conforto della celebrazione della loro fede”.

“Per quanto riguarda, poi, la pirateria – ha continuato il presule -, solamente lo scorso anno sono state sequestrate 49 navi e presi in ostaggio 889 membri d’equipaggio”.

“Inoltre, è stato aperto il fuoco contro 46 imbarcazioni: 32 membri degli equipaggi hanno riportato ferite, 11 sono stati uccisi, 21 sono dispersi in mare, molto probabilmente morti, e sono stati pagati circa 30 milioni di dollari americani come riscatto”.

“Secondo il bollettino della ‘Lloyd’s List – ha ricordato –, attualmente sono nelle mani dei pirati 10 navi e 207 membri d’equipaggio”.

“Mentre gli armatori si occupano soprattutto delle navi, l’Apostolato del Mare si preoccupa in primo luogo degli effetti psicologici che questa traumatica esperienza può avere sui membri dell’equipaggio e le loro famiglia”, ha quindi spiegato.

Durante i lavori assembleari si lavorerà alla bozza finale di un Codice di Condotta per la Pastorale delle Crociere, redatto nel 2005 a Dunkerque, nel corso del primo incontro dedicato a questa pastorale.

“Tale Codice – ha spiegato l’Arcivescovo Marchetto – intende fornire ai cappellani imbarcati sulle navi da crociera, a tempo pieno o parziale, una qualificazione riconosciuta a livello internazionale, per incoraggiare il sostegno spirituale dei marittimi cattolici, cristiani e di ogni religione”.

“Oltre a provvedere alla cura pastorale dei passeggeri e degli equipaggi la presenza di un sacerdote marittimo può offrire un aiuto indipendente a questi ultimi per quanto riguarda questioni personali e di welfare”, ha affermato.

Inoltre, ha poi osservato, “a livello mondiale, le crociere costituiscono una grossa industria in rapido sviluppo, non solo per la stazza e il numero di navi in costruzione, ma anche per la quantità di passeggeri che possono trasportare e di membri dell’equipaggio necessari”.

L’Apostolato del Mare è una rete internazionale di associazioni ed organizzazioni cattoliche fondata nel 1922 ed attualmente predente in 116 Nazioni che fa capo al Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

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ZENIT Staff

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