CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 15 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato da Benedetto XVI nel ricevere questo sabato in udienza i presuli della Conferenza episcopale della Nigeria in occasione della loro visita “ad limina Apostolorum”.
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Cari fratelli vescovi,
è con grande gioia che vi accolgo, vescovi della Nigeria, in occasione della vostra visita ad limina sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. In quanto successore di Pietro apprezzo questo incontro che rafforza il nostro vincolo di comunione e amore fraterno e ci permette di rinnovare la nostra responsabilità sacra nella Chiesa. Ringrazio l’arcivescovo Job per le cordiali parole che mi ha rivolto a vostro nome. Da parte mia, sono lieto di esprimere i miei sentimenti di rispetto e di gratitudine per voi e per tutti i fedeli della Nigeria.
Fratelli, dalla vostra ultima visita ad limina Dio Onnipotente ha benedetto la Chiesa nel vostro Paese con uno sviluppo generoso. Ciò è particolarmente visibile nel numero di nuovi cristiani che, nel vostro Paese, hanno ricevuto Cristo nei loro cuori e accettano gioiosamente la Chiesa come «colonna e sostegno della verità» (1 Tm 3, 15). Le abbondanti vocazioni sacerdotali e religiose sono anche un segno chiaro dell’opera dello Spirito fra voi. Per queste benedizioni rendo grazie a Dio ed esprimo il mio apprezzamento a voi, ai vostri sacerdoti, religiosi e catechisti che avete lavorato nella vigna del Signore.
L’espansione della Chiesa richiede una cura speciale nella pianificazione diocesana della formazione del personale mediante attività formative per facilitare il necessario approfondimento della fede del vostro popolo (cfr. Ecclesia in Africa, n. 76). Dai vostri resoconti deduco che siete ben consapevoli dei passi da compiere: insegnare l’arte della preghiera, incoraggiare la partecipazione alla liturgia e ai sacramenti, predicare in modo saggio e adeguato, impartire il catechismo, fornire una guida morale e spirituale. Da questo fondamento la fede si sviluppa in virtù cristiana e anima parrocchie vitali e un servizio generoso alla più ampia comunità. Voi stessi, insieme ai sacerdoti, dovete guidare con umiltà, distacco dalle ambizioni terrene, preghiera, obbedienza alla volontà di Dio e trasparenza nel governare. In tal modo diverrete segno di Cristo, il Buon Pastore.
La celebrazione della liturgia è una fonte privilegiata di rinnovamento della vita cristiana. Lodo i vostri sforzi volti a mantenere il giusto equilibrio fra momenti di contemplazione e gesti esteriori di partecipazione e di gioia nel Signore. A questo fine bisogna prestare attenzione alla formazione liturgica dei sacerdoti ed evitare eccessi estranei. Proseguite lungo questo cammino ricordando che il dialogo di amore e di venerazione del Signore viene molto migliorato dalla pratica dell’adorazione eucaristica nelle parrocchie, nelle comunità religiose e in altri luoghi adatti (cfr.Sacramentum caritatis, n. 67)!
Il prossimo Sinodo dei vescovi per l’Africa affronterà, fra gli altri temi, quello della conflittualità etnica. L’immagine meravigliosa della Gerusalemme Celeste, la riunione di innumerevoli uomini e donne di ogni tribù, lingua, popolo e nazione redenti dal Sangue di Cristo (cfr. Ap 5, 9), vi incoraggi ad affrontare la sfida del conflitto etnico laddove è presente, anche in seno alla Chiesa! Esprimo il mio apprezzamento per quanti di voi hanno accettato una missione pastorale al di fuori dei confini del proprio gruppo linguistico o regionale e ringrazio i sacerdoti e le persone che vi hanno accolto e sostenuto. La vostra disponibilità ad adattarvi agli altri è un segno eloquente del fatto che, quale nuova famiglia di tutti coloro che credono in Cristo (cfr. Mc 3, 31-35), nella Chiesa non è c’è posto per alcun tipo di divisione. Ai catecumeni e ai neofiti bisogna insegnare ad accettare questa verità mentre si impegnano a seguire Cristo e a condurre una vita di amore cristiano. Tutti i credenti, in particolare seminaristi e sacerdoti, diverranno più maturi e generosi, permettendo al messaggio evangelico di purificare e superare qualsiasi eventuale ristrettezza di vedute locali. La selezione saggia e ponderata dei seminaristi è fondamentale per il benessere spirituale del vostro Paese. La loro formazione personale deve essere garantita da un costante orientamento spirituale, dalla riconciliazione sacramentale, dalla preghiera e dalla meditazione sulle Sacre Scritture. Nella Parola di Dio seminaristi e sacerdoti troveranno i valori che distinguono il buon sacerdote consacrato al Signore nel corpo e nello spirito (cfr. 1 Cor 2, 1).
Desidero evidenziare il compito del vescovo di sostenere l’importante realtà sociale ed ecclesiale del matrimonio e della vita familiare. Con la cooperazione di sacerdoti e di laici, di esperti e di coniugi ben preparati eserciterete con responsabilità e zelo la vostra sollecitudine in questa area di priorità pastorale (cfr. Familiaris consortio, n. 73). Corsi per fidanzati, insegnamento catechetico generale e specifico sul valore della vita umana, sul matrimonio e sulla famiglia rafforzeranno i vostri fedeli aiutandoli ad affrontare le sfide rappresentate dai cambiamenti sociali. Parimenti non mancate di incoraggiare le associazioni o i movimenti che assistono validamente i coniugi nella loro vita di fede e coniugale.
Rendendo un importante servizio alla nazione, avete mostrato impegno nel dialogo fra le religioni, in particolare con l’Islam. Con pazienza e perseveranza si instaurano forti rapporti di rispetto, amicizia e cooperazione concreta con i membri di altre religioni. Grazie ai vostri sforzi di promotori di buona volontà intelligenti e instancabili, la Chiesa diverrà un segno e uno strumento più chiari di comunione con Dio e dell’unità con l’intera razza umana (cfr. Lumen gentium, n. 1).
Molto apprezzato è il vostro impegno a trarre dai principi cattolici commenti illuminati sugli attuali problemi nazionali. La legge naturale, inscritta dal Creatore nel cuore di ogni essere umano (cfr. Messaggio in occasione della Giornata mondiale della pace 2009, n. 8) e il Vangelo, correttamente compreso e applicato alle realtà politiche e civili, non riducono in alcun modo la gamma di valide opzioni politiche. Al contrario, costituiscono una garanzia per tutti i cittadini di una vita di libertà, con rispetto per la loro dignità di persone e tutela dalla manipolazione ideologica e dall’abuso basati sulla legge del più forte (cfr. Discorso alla sessione Plenaria della Commissione Teologica Internazionale, 5 dicembre 2008). Con fiducia nel Signore, continuate a esercitare la vostra autorità episcopale nella lotta contro la corruzione e le pratiche ingiuste e contro tutte le cause e le forme di discriminazione e di criminalità, in particolare il trattamento degradante delle donne e il deplorevole fenomeno dei rapimenti. Promuovendo la dottrina sociale cattolica offrite un contributo leale al vostro Paese e promuovete il consolidamento di un ordine nazionale basato sulla solidarietà e su una cultura dei diritti umani.
Miei cari fratelli vescovi, vi esorto con le parole dell’Apostolo Paolo: «Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti. Tutto si faccia tra voi nella carità» (1 Cor 16, 13-14). Vi prego di trasmettere i miei saluti al vostro amato popolo, in particolare ai numerosi fedeli che rendono testimonianza di Cristo nella speranza attraverso la preghiera e la sofferenza (cfr. Spe salvi, 35 e 36). Il mio sincero affetto va anche a quanti servono nella famiglia, nelle parrocchie e nelle stazioni missionarie, nei campi dell’educazione, della sanità e in altre sfere della carità cristiana. Affidando voi e quanti seguite con la vostra sollecitudine pastorale alle preghiere del beato Cyprian Michael Iwene Tansi e alla protezione materna di Maria, Madre della Chiesa, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.
[Traduzi
one del testo in inglese a cura de “L’Osservatore Romano”]