di Antonio Gaspari
CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 11 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Martedì 10 febbraio, nel corso della presentazione in Sala Stampa vaticana della Conferenza internazionale su “Evoluzione biologica: fatti e teorie”, monsignor Gianfranco Ravasi ha sollevato il problema dell’assurdità delle teorie che si rifanno al “darwinismo sociale”.
Il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ha voluto ricordare “il trapasso che l’evoluzione ha subito diventando evoluzionismo”.
“La teoria scientifica da discutere secondo lo statuto scientifico – ha spiegato – si è trasformata progressivamente in un sistema ideologico interpretativo dell’intera realtà umana, passando oltre – perciò – il suo ambito specifico. Ed ecco, per esempio, il sorgere di quella assurdità, a mio avviso, che è il darwinismo sociale”.
Il darwinismo sociale è quella teoria che trasferisce e giustifica la lotta per la sopravvivenza e la selezione del più forte in ambito umano e comunitario. Questa teoria ha favorito la diffusione di teorie eugenetiche e razziste.
Nel suo volume “L’Origine dell’uomo” (1871), Charles Darwin scriveva: “L’uomo ricerca con cura il carattere, la genealogia dei suoi cavalli, del suo bestiame e dei suoi cani, prima di accoppiarli; ma quando si tratta del suo proprio matrimonio, di rado o meglio mai, si prende tutta questa briga”.
“Eppure l’uomo potrebbe mediante la selezione fare qualcosa non solo per la costituzione somatica dei suoi figli, ma anche per le loro qualità intellettuali e morali. I due sessi dovrebbero star lontani dal matrimonio, quando sono deboli di mente e di corpo; ma queste speranze sono utopie, e non si realizzeranno mai, neppure in parte finché le leggi dell’ereditarietà non saranno completamente conosciute”.
“Chiunque coopererà in questo intento – sottolineava – renderà un buon servigio all’umanità”.
“Il progresso del benessere del genere umano – spiegava Darwin – è un problema difficile da risolvere; quelli che possono evitare una grande povertà per i loro figli dovrebbero astenersi dal matrimonio, perché la povertà non è soltanto un gran male, ma tende ad aumentare poiché provoca l’avventatezza del matrimonio”.
“D’altra parte – concludeva l’autore inglese – come ha notato Galton, se i prudenti si astengono dal matrimonio, mentre gli avventati si sposano, i membri inferiori della società tenderanno a soppiantare i migliori”.
Francis Galton (1822-1911), scienziato britannico e cugino di Charles Darwin, noto soprattutto per le sue ricerche in antropologia e i suoi studi sull’ereditarietà, sviluppò la teoria della selezione della razza attraverso l’eugenetica.