LONDRA, martedì, 10 febbraio 2009 (ZENIT.org).- L’infermiera cristiana britannica sospesa per essersi offerta di pregare per una paziente (cfr. ZENIT, 6 febbraio 2009) è stata riammessa al lavoro.
Caroline Petrie è stata contattata giovedì scorso dal North Somerset Primary Care Trust e le è stato comunicato che nell’arco di pochi giorni avrebbe potuto riassumere il proprio ruolo all’interno dell’ospedale.
L’infermiera 45enne aveva chiesto a un’anziana se voleva che pregasse per lei. La paziente, May Phippen, 79 anni, ha affermato di non essersi sentita offesa, ma ha commentato con un’altra infermiera che aveva trovato la proposta strana e che avrebbe potuto essere offensiva per altri pazienti.
Il risultato è stato che la Petrie ha subito un provvedimento disciplinare per “non aver dimostrato un impegno nei confronti dell’uguaglianza e della diversità”.
I responsabili dell’ospedale hanno reso noto il suo reinserimento giovedì sera, affermando di essere “profondamente consapevoli dell’importanza del credo spirituale di un individuo”.
“Riconosciamo che Caroline ha sentito che stava agendo nell’interesse dei suoi pazienti. Per alcune persone di fede, la preghiera è parte integrante dell’assistenza sanitaria e del processo di guarigione”.
“E’ accettabile offrire sostegno spirituale come parte di una cura quando il paziente lo richiede”, aggiunge la dichiarazione.
L’ospedale ha espresso sostegno a “Caroline e agli membri dello staff che hanno una fede” perché continuino a “offrire un’assistenza di alta qualità restando impegnati nel proprio credo”.