MOSCA, domenica, 8 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Il Patriarca ecumenico di Constantinopoli, Bartolomeo I, augura che l’elezione di Kirill a nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie porti più unità e concordia, e in concreto un passo avanti verso la celebrazione del grande e santo Sinodo che riunisce tutte le Chiese ortodosse.
Lo ha affermato lo stesso Bartolomeo I nel suo messaggio al nuovo Patriarca russo in occasione della sua intronizzazione, avvenuta a Mosca il 1° febbraio, di cui si è fatto eco “L’Osservatore Romano”.
Il messaggio è stato consegnato a Kirill dall’Arcivescovo Ireneo di Creta, capo della delegazione del Patriarcato ecumenico a Mosca.
“Le aspettative della Chiesa di Costantinopoli sono molte e focalizzate soprattutto sull’unità e sulla concordia, così come sul comune cammino verso l’organizzazione e la convocazione del Grande Sinodo, da molto tempo annunciato”, afferma il messaggio.
La preparazione del Grande Sinodo “deve essere accelerata per preservare la credibilità della Chiesa ortodossa e la cooperazione nel condurre dialoghi teologici con le altre Chiese cristiane”, aggiuge il Patriarca.
Un altro motivo che rende necessaria l’unione tra i cristiani ortodossi, spiega Bartolomeo I, è “la condivisa e pacifica soluzione di occasionali divergenze bilaterali che possono sorgere nel tempo”.
I cristiani devono anche affrontare insieme “il gravissimo problema della crisi economica e morale globale nel mondo contemporaneo”, così come le sfide della bioetica.
Per il Patriarca di Costantinopoli è stata motivo di grande gioia l’elezione di Kirill, che definisce “un uomo religioso, creativo e attivo, di provato valore ecclesiale, conosciuto per il suo pensiero canonico e teologico, così come per le sue parole equilibrate, i sentimenti di amore per Cristo, il suo contributo alla questione dell’unità dei cristiani”.
In questo senso, segnala l’agenzia AsiaNews, non è stato irrilevante che la cerimonia di intronizzazione di Kirill sia stata caratterizzata da due segni simbolici: l’esclamazione in greco della parola Axios (Degno), secondo l’antico rituale bizantino, e la consegna del bacolo pastorale, donato nel XIV secolo dal Patriarca ecumenico Athanasios all’allora Vescovo di Mosca, Pietro.
Disaccordi
La Chiesa ortodossa russa, nata secondo la tradizione nel 988 con la conversione di Vladimiro il Grande, dipendeva inizialmente dal Patriarcato di Costantinopoli, fatto durato fino al 1589. Attualmente è una delle 14 Chiese ortodosse autocefale, e la più numerosa per numero di fedeli (più di 80 milioni sui 200 milioni di ortodossi presenti al mondo).
Il Patriarcato di Mosca non riconosce al Patriarca di Costantinopoli il ruolo di “primus inter pares” (primo tra uguali) che tradizionalmente gli attribuiscono altre Chiese ortodosse, il che ha suscitato dissapori e discordie storiche.
L’ultima di queste ha avuto luogo nel 1996 in occasione dell’indipendenza dell’Estonia, la cui Chiesa aveva chiesto di entrare sotto la giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli, abbandonando quello di Mosca, cosa che il Patriarcato moscovita non riconosce.
Proprio questa controversia ha condotto la Chiesa ortodossa russa a ritirarsi dalla Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse, per protesta per la partecipazione degli estoni alla riunione svoltasi a Ravenna dall’8 al 14 ottobre 2007.