di Antonio Gaspari
ROMA, giovedì, 5 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Venerdì 13 febbraio prossimo, alle ore 21:00, il Movimento dell’Amore Familiare, in collaborazione con l’Ufficio per le Vocazioni del Vicariato di Roma, terrà a Roma una veglia di preghiera per le vocazioni e i sacerdoti.
La Veglia, giunta alla sua terza edizione, sarà presieduta dal Vicegerente di Roma, monsignor Luigi Moretti, nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
Ma che cos’è il Movimento per l’Amore Familiare e perché si occupa di vocazioni? ZENIT lo ha chiesto a don Stefano Tardani, responsabile del movimento.
Che cos’è il Movimento dell’Amore Familiare, quando è nato e quali scopi persegue?
Don Stefano: Il Movimento dell’Amore Familiare è nato con alcuni laici quindici anni fa per la promozione e lo sviluppo della famiglia per una società migliore. Promozione e sviluppo delle sue potenzialità, della verità della vita e dell’autenticità dell’amore.
Propone un percorso alle coppie e anche ai singoli, un percorso impegnativo, di circa 6 anni, per poi mettersi al servizio nelle parrocchie con l’obiettivo di riportare i lontani alla speranza di una vita migliore e, progressivamente, alla vita di fede cristiana più matura, reinserendoli così nella Comunità parrocchiale.
Il Cammino proposto ha lo scopo di accompagnare ed arricchire la vita dei singoli, dei fidanzati e degli sposi che sentono il valore della vita come dono da impegnare, e il desiderio di valorizzare la propria vita personale e di coppia, crescendo con Dio e in comunione con la Chiesa.
Perché questa veglia di preghiera?
Don Stefano: La veglia di preghiera “Chiamati per amore”, dove le famiglie pregano per le vocazioni e per i sacerdoti, nasce dalla collaborazione tra il Servizio per le Vocazioni del Vicariato ed il Movimento dell’Amore Familiare.
La vocazione alla vita consacrata e al sacerdozio ministeriale è prima di tutto un dono, una grazia da chiedere nella preghiera. E’ un dono che può dare solo Dio come ci insegna Gesù nel Vangelo, un dono che inizia in famiglia e cresce per la corresponsabilità di tutti perché il sacerdote è un dono per tutti.
Si prega per i sacerdoti e per la nascita di nuove vocazioni. E’ un’occasione in cui le famiglie cristiane esprimono il legame che unisce la vocazione cristiana del matrimonio con il dono, nella Chiesa, della vocazione alla vita consacrata e al servizio ministeriale.
Durante la veglia verranno presentate tre testimonianze per vedere la chiamata nel suo sviluppo: la prima riguarda una coppia di sposi sul dono ricevuto nella loro vita attraverso i sacerdoti, la seconda è di un seminarista: come un giovane coglie e porta avanti con coraggio maturando questa chiamata, verificandola e preparandosi al sacerdozio. Infine la testimonianza di un sacerdote, don Giovanni D’Ercole, sulla sua vocazione.
In un mondo così secolarizzato perché sono importanti le vocazioni sacerdotali?
Don Stefano: C’è una nuova maturità del laicato che vive la Chiesa con umanità e fede, con una rinnovata responsabilità anche verso la vocazione e verso i sacerdoti.
Il Movimento dell’Amore Familiare condivide questo mistero in comune: cioè quello dell’amore di Dio e per Dio e quello dell’amore umano come dono e riflesso dell’Amore di Dio.
In questo il Movimento favorisce e aiuta l’amicizia e l’apostolato delle famiglie con i sacerdoti e dei sacerdoti con le famiglie. La veglia per le vocazioni e per i sacerdoti è l’espressione di questo amore e di questo impegno.
Come si fa ad aderire alla veglia? Si può organizzare anche in altre chiese?
Don Stefano: La veglia è aperta a tutti. L’appuntamento è per venerdì 13 febbraio 2009 nella Basilica di S. Croce in Gerusalemme alle ore 21. E’ presieduta dal Vicegerente, l’arcivescovo Luigi Moretti, alla presenza di sacerdoti e famiglie.