ROMA, venerdì, 23 gennaio 2008 (ZENIT.org).- “Educare con speranza” è l’invito che il Cardinale vicario per la Diocesi di Roma, Agostino Vallini, rivolge agli educatori scolastici in una Lettera indirizzata a loro con questo titolo e presentata alla Pontificia Università Lateranense nel corso di un’assemblea degli insegnanti di religione.
Ricordando la Lettera indirizzata da Benedetto XVI un anno fa alla Diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell’educazione, in cui sottolineava l’“emergenza educativa” in corso, il Cardinale afferma che “solo lavorando insieme” è possibile “trasmettere alle nuove generazioni la sapienza necessaria per affrontare responsabilmente e con passione la vita”, riporta “L’Osservatore Romano”.
Per questo, il porporato ha esortato tutti gli educatori scolastici a “non dimenticare mai che educare è soprattutto un impegno d’amore e, come ogni vero impegno, costa”.
“Senza l’intima convinzione che ogni singolo essere umano è in se stesso un valore inestimabile, in quanto persona, e che è possibile sperare in un futuro migliore, cercando di costruirlo, nessuno investirebbe la propria vita nell’impegno educativo”, ha osservato.
Il porporato ha poi ricordato “le problematiche complesse” che i responsabili dell’educazione sono chiamati ad affrontare quotidianamente, “riguardanti sia il mondo affascinante e delicato dei ragazzi e dei giovani che quelle legate all’organizzazione scolastica”.
In questo “contesto di vita personale e professionale impegnativo, stimolante, ma anche oneroso”, il Cardinale Vallini suggerisce “di essere perseveranti, nonostante tutto, sostenuti dalla rettitudine della vostra coscienza personale che vi chiede di vivere appieno la responsabilità educativa, puntando in alto e allargando gli orizzonti”.
Nell’affrontare questa “altissima missione”, ha sottolineato, non può mancare la collaborazione delle famiglie, perché “i primi educatori sono e saranno sempre i genitori” ed è dunque “compito di un educatore lavorare in sinergia con le famiglie, collaborando con esse in un progetto educativo integrale, nel rispetto della libertà e degli orientamenti dei genitori”.
Il Cardinale ha dunque esortato gli educatori cristiani ad essere testimoni, basandosi su “una solida professionalità, responsabilmente esercitata e costantemente aggiornata” e ricordando che “la rettitudine morale non si sostituisce alle competenze professionali, ma le promuove e le coltiva”.
“Attingete assiduamente dalla Parola di Dio e dalla grazia dei sacramenti la forza per una testimonianza luminosa e sincera, che vi permetta di contribuire efficacemente al comune sforzo educativo”, ha chiesto.
Allo stesso modo, li ha incoraggiati “a mostrare con l’esempio della vita quotidiana e con l’attività professionale, come singoli insegnanti e come comunità educante e solidale, che è possibile superare la frammentazione dei saperi e formulare una visione unitaria e coerente del mondo, capace di coniugare serenamente i valori e le verità della fede con la cultura del nostro tempo”.
Il porporato ha quindi rivolto “un pensiero speciale” agli insegnanti di religione cattolica, ai quali spetta, oltre alla testimonianza della fede, “il compito di presentare articolatamente il messaggio cristiano e la sua credibilità”.
Per questo, ha chiesto di loro di non accontentarsi di “presentare i semplici fatti religiosi del cristianesimo”, ma di parlare “di Colui da cui la storia e la cultura cristiana prendono il nome e l’origine”, perché “ogni presentazione del cristianesimo che non mettesse al centro la persona di Gesù di Nazaret, il Signore della storia risorto e vivo, sarebbe parziale o addirittura fuorviante”.
Se “l’insegnamento scolastico della religione non è e non deve essere una forma velata di catechesi”, ha osservato, “una presentazione onesta e obiettiva della religione cattolica esige di affrontare anche la questione della verità”, e “il Vangelo chiede di essere riconosciuto non solo come buono o bello, ma anche come vero”.
Il porporato ha quindi chiesto agli educatori di alimentare nella preghiera la loro vita spirituale e la loro dedizione professionale, collaborando attivamente con le comunità cristiane del territorio e con le parrocchie.
“Cooperando insieme, con un supplemento d’anima, per un rinnovato impegno educativo, potremo far fronte alle sfide del presente e consegnare alle nuove generazioni la saggezza necessaria per affrontare l’affascinante viaggio della vita”, ha aggiunto.
Il Cardinale ha concluso il suo intervento invitando gli educatori a non scoraggiarsi mai e a educare “con speranza ed entusiasmo”, fiduciosi che “il buon seme a suo tempo darà frutto”.