Cardinale Caffarra: la vita umana non si può espropriare

L’Arcivescovo di Bologna difende la vita di Eluana

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ROMA, lunedì, 19 gennaio 2009 (ZENIT.org).- In merito all’eventualità che una clinica o ospedale dell’Emilia Romagna sia disponibile a far morire di sete e di fame Eluana Englaro, il Cardinale Carlo Caffarra ha ribadito che in nessun luogo d’Italia è possibile praticare l’eutanasia.

In un comunicato recapitato a ZENIT, l’Arcivescovo di Bologna ha precisato che “l’ipotizzato ricovero di Eluana Englaro in una struttura sanitaria della nostra Regione sarebbe non per la vita ma per la soppressione della vita”.

Il porporato ha affermato che “come cristiano e come Vescovo, sicuro interprete anche dei miei confratelli dell’Emilia Romagna, debbo denunciare con ogni forza che il porre in essere una tale eventualità sarebbe un atto gravissimo in primo luogo contro Dio, Autore e Signore della vita”.  

Secondo l’Arcivescovo si tratta di un atto gravissimo contro “ogni essere umano”, che vedrebbe così violata, “quella dignità della persona che invece permane sempre, in ogni circostanza, e sopravvive alle più crude offese della malattia: persino nella estrema fragilità e impotenza di una condizione deprivata della coscienza”.  

“La vita umana innocente non è un bene che si possa espropriare”, ha sottolineato il Cardinale Caffarra aggiungendo che “come cittadino non posso non rilevare che anche la nostra Regione – come le altre – non può sciogliere nessuno dal dovere di ossequio sostanziale ai valori della nostra Carta Costituzionale, la quale né consente pratiche eutanasiche né ammette che si possa negare ad alcuno il sostegno vitale dell’alimentazione e dell’idratazione”.  

Per il porporato, “quando avviene che una società trasforma in licenza di uccidere, o di uccidersi, una legittima libertà di scelta del trattamento terapeutico, è tempo che quella società faccia una seria riflessione sul suo destino”.

In conclusione l’Arcivescovo di Bologna ha invitato i fedeli – specialmente in occasione della imminente celebrazione della “Giornata per la vita” – a “intensificare la preghiera perché sia alleviata la sofferenza ai familiari di Eluana e perché da tutti sia riconosciuto il valore fontale della vita, dono irrevocabile aperto a una prospettiva di immortalità”.

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ZENIT Staff

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