Il Cardinal Bertone incontra il mondo della cultura messicano

Parla uno degli organizzatori dell’evento che si terrà a Querétaro

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di Jaime Septién

QUERÉTARO (Messico), domenica, 18 gennaio 2009 (ZENIT.org).- In Messico sta emergendo un nuovo protagonismo dei cattolici dedicati alla vita accademica. Sia nelle università pubbliche, che nelle istituzioni private, nascono iniziative di dialogo, di dibattito e di impegno a favore di un nuovo rapporto tra fede e ragione.

ZENIT ha intervistato Rodrigo Guerra, direttore del Centro de Investigación Social Avanzada [Centro di ricerca sociologico] (www.cisav.org) e membro del comitato organizzatore dell’incontro che il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, avrà con il mondo dell’educazione e della cultura cattolica in Messico, lunedì 19 gennaio, presso lo storico “Teatro de la República”, nella città di Querétaro.

Qual è l’importanza dell’incontro del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato del Papa, con il mondo dell’educazione e della cultura in Messico?

Rodrigo Guerra: In Messico e in America latina la cultura è nata dalla fede sin dalla prima evangelizzazione del continente. Per uomini come fra Juan de Zumárraga, Tata Vasco, Toribio de Benavente o Bartolomeo de las Casas, l’annuncio del Vangelo implicava la proclamazione di un nuovo modo di vivere la nostra umanità, in grado di generare comunità, linguaggio, arte, impegno sociale e istituzioni educative al servizio di tutti, soprattutto dei più poveri.

Nel contesto attuale occorre ricostruire il ponte che lega l’esperienza cristiana a tutto ciò che educa l’essere umano a vivere all’altezza della propria dignità. Per questo un incontro tra i principali responsabili dell’educazione cattolica in Messico con il Cardinale Bertone ha un significato particolare: bisogna progredire nel cammino iniziato molto tempo fa e che oggi deve essere reinserito in un nuovo contesto.

L’incontro che si svolgerà a Querétaro ha come titolo “La realizzazione della ragione nell’orizzonte della fede”. Non crede che sia un tema troppo teorico per una realtà molto pratica e concreta che oggi si vive in Messico?

Rodrigo Guerra: La fede non è teoria, è la certezza personale che scaturisce dall’incontro con Gesù. D’altra parte, la “ragione” è sempre la ragione di qualcuno, di un soggetto concreto, con una sua storia particolare. Il tema oggetto dell’incontro con il Cardinal Bertone, in questo senso, non riguarda concetti o teorie. I rapporti tra fede e ragione hanno sempre un carattere personalistico. Sono, in altre parole, rapporti tra un io umano e un Tu infinito che si rivela liberamente e che apre un nuovo orizzonte alla vita. Quando la ragione reimpara a realizzarsi nell’orizzonte della fede, nulla viene sacrificato. Al contrario: la nostra intelligenza viene potenziata in quanto essa si pone nuove domande, nuovi temi, nuove sfide, in seguito all’incontro con una realtà più grande di essa.

Come vede il mondo dell’educazione e della cultura che si incontrerà con il Cardinale Bertone in Messico?

Rodrigo Guerra: Non è facile descrivere in poche parole uno scenario ampio e complesso. Da una parte, il pensiero liberale messicano ha caratterizzato alcune delle più importanti élites educative da più di un secolo. L’idea secondo cui il Cristianesimo non avrebbe diritto ad esistere nella vita pubblica, ma solo come pratica privata o fenomeno folcloristico per i turisti, ha conquistato ampio terreno. In alcune università, l’essere scientifico e l’essere credente sono realtà reciprocamente escludenti.

D’altra parte occorre riconoscere che i cattolici dedicati alla vita accademica sono caduti talvolta nell’intimismo o nella riduzione moralistica della fede cristiana in una proposta di “valori”. I due fenomeni si sono interconnessi e hanno ostacolato la proiezione della luce della fede sul mondo dell’educazione, della scienza e della cultura di un mondo energico, creativo e altamente influente.

Questo scenario problematico è accompagnato da un parallelo movimento che dà grande speranza. Quello di una nuova generazione di accademici cattolici che sta emergendo in diversi ambiti e contesti. Molti sono persone nate dopo il 1960 e che si sentono deluse dalle ideologie che offrivano la salvezza attraverso lo Stato o il mercato.

Altri sono cattolici che hanno preservato la fede pur vivendo in ambienti educativi avversi e che oggi guardano a Benedetto XVI con rinnovate motivazioni per intraprendere un nuovo ruolo da protagonisti.

Infine vi sono anche molti giovani che hanno vissuto l’infanzia accompagnati dalla figura di Giovanni Paolo II e che, conclusi i loro studi universitari, sanno che è possibile e doverosa una fede che illumini la ragione e una ragione che sia disposta ad accogliere l’irruzione dell’avvenimento cristiano.

Di cosa ha bisogno il Messico perché questo incipiente movimento di rinnovamento della cultura cristiana possa consolidarsi e dare frutto?

Rodrigo Guerra: La mia ipotesi personale è che sono necessarie fondamentalmente tre cose. La prima è recuperare la centralità di Cristo. Il Cristianesimo è significativo per la vita e per la ragione umana solo quando è vissuto come un’esperienza di un incontro personale, di comunione, di fascino di fronte ad una Persona che colma il nostro cuore in abbondanza.

In secondo luogo è necessario creare nuovi spazi e nuovi metodi perché la fede generi cultura, scienza e passione per la verità. Benedetto XVI recentemente ha ribadito: “Il nuovo dialogo tra fede e ragione, oggi richiesto, non può avvenire nei termini e nei modi in cui si è svolto in passato”.

In terzo luogo è necessario che i cattolici capiscano che la collaborazione tra i diversi carismi e istituzioni è fondamentale per testimoniare la comunione che rende credibile la fede. Solo quando i diversi carismi ecclesiali collaborano generosamente tra loro, superando le diffidenze, l’unico Corpo di Cristo si ripropone di fronte al mondo e l’esperienza educativa cristiana diventa il cammino attraverso il quale ogni persona, ogni sensibilità, ogni domanda e inquietudine, può trovare un’accoglienza evangelica e può sorgere un nuovo protagonismo nella vita sociale dei nostri popoli.

Il Centro de Investigación Social Avanzada è l’istituzione che la Conferenza episcopale messicana ha scelto per ospitare l’incontro con il Cardinale Bertone. Che significato ha per voi questo evento?

Rodrigo Guerra: Per il CISAV questo incontro non solo è un grande onore, ma è un’occasione provvidenziale. Siamo nati come una comunità accademica dedicata alla ricerca avanzata in filosofia, bioetica, e negli studi su famiglia e scienze sociali.

Monsignor Mario de Gasperín, Vescovo di Querétaro, e monsignor Carlos Aguiar, Presidente della Conferenza episcopale messicana (CEM), sono stati dei veri padri che hanno animato il nostro lavoro sin dall’inizio e ci hanno incoraggiato giustamente a vivere pienamente la nostra identità di laici, a coltivare il massimo rigore scientifico e una vera apertura alla fede. I discorsi di Papa Benedetto XVI su fede e ragione per noi sono diventati programmatici.

Per questo, avere l’opportunità di collaborare insieme alla diocesi di Querétaro e alla CEM nell’organizzazione di questo incontro su “La realizzazione della ragione nell’orizzonte della fede” ci rafforza nella nostra missione e ci incoraggia a perseverare con umiltà in essa. In questo modo, ci aggreghiamo al cammino che prima di noi hanno percorso importanti istituzioni come l’AMIESIC, che riunisce le università di ispirazione cristiana, la CNEP, che riunisce le scuole private e l’Instituto Mexicano de Doctrina Social Cristiana (IMDOSOC).

Ci aggreghiamo anche al movimento che sta generando la nuova “Red Académica Fides et Ratio” (www.redfidesetratio.org.mx), che già abbraccia numerosi ricercatori e docenti
di università pubbliche e private in Messico e in alcuni altri Paesi. Come in altri momenti della storia, le nostre povere forze e i nostri limitati progetti vengono superati dallo Spirito che opera dove vuole e quando vuole.

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ZENIT Staff

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