Udienza del Papa all’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano

CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 15 gennaio 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato da Benedetto XVI nel ricevere questo giovedì in udienza i dirigenti e gli agenti dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano per la presentazione degli auguri per il nuovo anno.

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Cari amici dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza

presso il Vaticano,

è da poco iniziato il nuovo anno, ed è per me un vero piacere potervi incontrare ancora una volta, e formulare a ciascuno di voi fervidi voti augurali, che estendo cordialmente alle vostre famiglie ed alle persone a voi care. Il carattere familiare di questo tradizionale incontro, a me tanto caro, mi offre l’opportunità di rivolgervi un saluto personale e di esprimervi il mio più vivo e grato apprezzamento per il lavoro che quotidianamente svolgete con riconosciuta professionalità e grande dedizione. In voi saluto con affetto coloro che lo Stato italiano destina ad uno speciale servizio di polizia e di vigilanza, legato alla mia missione di Pastore della Chiesa universale.

Il mio saluto e i miei auguri vanno anzitutto al Dottor Giulio Callini, nominato da poco Dirigente Generale, che ringrazio per le parole con le quali ha interpretato i comuni vostri sentimenti, come pure al Prefetto Salvatore Festa. Con uguale affetto, saluto gli altri componenti dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, che non hanno potuto essere presenti. Estendo il mio deferente saluto al Capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli; al Vice-Capo della Polizia, Prefetto Francesco Cirillo; al Questore di Roma, dott. Giuseppe Caruso e agli altri Dirigenti e funzionari della Polizia di Stato per la loro significativa presenza.

Considerando il lavoro che voi siete chiamati a compiere – ricordo che mi capitava sempre di incontrare qualcuno di voi quando da Cardinale attraversavo ogni giorno Piazza San Pietro – penso ai sacrifici che il vostro servizio comporta. Sacrifici che voi dovete fare, ma che anche i vostri familiari sono chiamati a condividere a causa dei turni che richiede la continua vigilanza dei luoghi adiacenti alla Piazza San Pietro e al Vaticano. Per questo, vorrei oggi includere nel mio ringraziamento anche le vostre famiglie, con un pensiero speciale per chi di voi è sposato da poco o si accinge a fare questo passo. A tutti e a ciascuno assicuro un cordiale ricordo nella preghiera.

Inizia un nuovo anno e tante sono le nostre attese e speranze. Non possiamo però nasconderci che all’orizzonte si profilano anche non poche ombre che preoccupano l’umanità. Non dobbiamo però scoraggiarci; anzi dobbiamo mantenere sempre accesa in noi la fiamma della speranza. Per noi cristiani, la vera speranza è Cristo, dono del Padre all’umanità. Questo annuncio è per tutti gli uomini: esso si trova nel cuore del messaggio evangelico; per tutti infatti Gesù è nato, é morto e risorto. La Chiesa continua a proclamarlo oggi e all’intera umanità, perché ogni persona e ogni umana situazione possa sperimentare la potenza della grazia salvatrice di Dio, che sola può trasformare il male in bene. Solo Cristo può rinnovare il cuore dell’uomo e renderlo un’”oasi” di pace; solo Cristo può aiutarci a costruire un mondo dove regni la giustizia e l’amore.

Cari funzionari ed agenti, alla luce di questa salda speranza, il nostro quotidiano lavoro, qualsiasi esso sia, assume un significato e valore diverso, perché lo ancoriamo a quei valori perenni umani e spirituali, che rendono la nostra esistenza più serena ed utile ai fratelli. Per quanto, ad esempio, concerne la vostra opera di vigilanza, essa può essere vissuta come missione. Un servizio al prossimo, concernente l’ordine e la sicurezza e, in pari tempo, un’ascesi personale, per così dire, una costante vigilanza interiore che esige di ben armonizzare la disciplina e la cordialità, il controllo di sé e la vigile accoglienza dei pellegrini e dei turisti che vengono in Vaticano. E tale servizio fatto con amore diventa preghiera, preghiera ancor più gradita a Dio quando il vostro lavoro risulta poco gratificante, monotono e faticoso, specialmente nelle ore notturne o nei giorni in cui il clima si fa pesante. Ed è compiendo bene il proprio dovere che ogni battezzato realizza la propria vocazione alla santità.

Cari amici, mentre vi rinnovo i miei più cordiali auguri per questo nuovo anno, vi assicuro la mia spirituale vicinanza, e volentieri imparto a ciascuno di voi una speciale Benedizione Apostolica, che estendo con affetto ai vostri familiari e alle persone a voi care.

[© Copyright 2009 – Libreria Editrice Vaticana]

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ZENIT Staff

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