La criminalità aumenta con la mancanza di vincoli familiari

Il Presidente del Messico sottolinea il rapporto tra rottura familiare e violenza

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CITTA’ DEL MESSICO, giovedì, 15 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Di fronte alle migliaia di persone che hanno partecipato all’inaugurazione del Congresso Teologico-Pastorale precedente il VI Incontro Mondiale delle Famiglie, il Presidente del Messico, Felipe Calderón Hinojosa, ha constatato che all’aumento delle rotture familiari corrisponde un aumento della violenza. 

Insieme al Capo di Stato messicano, hanno inaugurato il Congresso il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, il Cardinale Ennio Antonelli, e il Cardinale Norberto Rivera Carrera, Arcivescovo primate del Messico, così come il presidente della Conferenza dell’Episcopato Messicano, monsignor Carlos Aguiar Retes.

Il Centro Esposizioni Bancomer, situato ovest della capitale del Paese, è stato testimone di un nuovo record di presenze a questo tipo di congressi teologici, visto che gli iscritti sono stati circa 10.000. 

Nel suo intervento, il Presidente Calderón Hinojosa ha segnalato il legame esistente in Messico tra rottura familiare e crimine organizzato, soprattutto nel caso del narcotraffico, che l’attuale amministrazione federale sta combattendo in modo inusitato nella storia moderna. 

“Oggi le famiglie messicane affrontano un panorama e un ambiente caratterizzati dall’insicurezza. Il crimine, la violenza e l’esacerbazione della violenza minacciano la tranquillità di quanti amiamo di più, e minaccia quella tranquillità anche l’apologia del delitto. Per questo abbiamo dispiegato e continueremo a dispiegare tutto il potere statale contro coloro che minacciano la pace e vogliono schiavizzare con la droga i nostri figli”, ha osservato il Presidente.

Calderón Hinojosa ha ricordato la sua formazione in scuole religiose, ha chiesto la fedeltà della coppia e ha ricordato che è sotto la protezione di San Filippo di Gesù, primo santo messicano, insistendo sul fatto che il vincolo matrimoniale è una scuola di umanesimo e che la sua rottura è un passaporto per la violenza.

Nella parte centrale del suo discorso, il Presidente, che ha partecipato all’atto insieme alla moglie, Margarita Zavala, ha sottolineato che “la proliferazione di individui che fanno della violenza, del crimine e dell’odio la loro forma di vita coincide, purtroppo, in grande misura con la frammentazione e la disfunzionalità che hanno colpito il loro ambiente familiare”.

Il Capo di Stato ha quindi riconosciuto che “una grande percentuale delle persone che muoiono durante scontri tra gruppi criminali in Messico è composta da giovani sradicati da un nucleo familiare, adolescenti e giovani che si sono formati nell’assoluta carenza non solo di valori familiari, ma della famiglia stessa”.

Facendosi eco di milioni di famiglie messicane, Calderón Hinojosa ha infine affermato che Papa Benedetto XVI è costantemente invitato a partecipare alla vita del Messico – visitato cinque volte da Giovanni Paolo II – e che verrebbe ricevuto “a braccia aperte”.

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ZENIT Staff

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