di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 25 settembre 2008 (ZENIT.org).- Intervenendo nel dibattito circa la possibilità di una legge che respinga l’eutanasia e difenda la vita, l’associazione Scienza & Vita ha ribadito i principi “a tutela della vita umana e della sua indisponibilità” ed ha auspicato che “un eventuale intervento legislativo si ispiri a quel ‘favor vitae’ che è la vera matrice unificante dei valori costituzionali”.

In un comunicato diramato il 25 settembre l’associazione ha riaffermato il proprio “sì ad una legge che proibisca l’eutanasia in tutte le sue forme e l’abbandono del malato”; e il “no all’accanimento terapeutico”.

“Sì all’alimentazione e all’idratazione come sostegno vitale – si legge nella nota –. Sì alle cure palliative e alla terapia del dolore. Sì alla promozione di ogni forma di assistenza e di sostegno al malato e alla sua famiglia”.

“Sì al rafforzamento della relazione medico/paziente, basata sull’alleanza terapeutica, quale luogo in cui si collocano sia le volontà del paziente, dichiarate in modo 'certo' e 'inequivocabile', sia la responsabilità del medico – in ogni situazione clinica – di valutare in scienza e coscienza nel rispetto del bene supremo della vita”.

“No – conclude il comunicato di Scienza & Vita – ad una legge sul testamento biologico come forma di autodeterminazione quale scelta insindacabile su come e quando morire”.

In merito alla vicenda di Eluana, la giovane leccese che rischia di essere condannata a morte con la rimozione del sondino che la idrata e la nutre, Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita (MpV), ha detto a ZENIT che “le osservazioni del Cardinale Bagnasco sul caso di Eluana confermano le indicazioni già formulate dal Comitato nazionale di bioetica” e cioè “esclusione del carattere terapeutico della idratazione ed alimentazione ed esclusione del carattere vincolante delle dichiarazioni del paziente”.

“Bagnasco ha inoltre aggiunto – ha aggiunto il Presidente del MpV – il requisito della ‘inequivocabilità’, che anche alla luce della recentissima sentenza della Cassazione, in contrasto con quella precedente relativa al caso di Eluana, implica di necessità la ‘attualità’ del desiderio espresso dal paziente”.

“In questo modo – ha affermato Casini – si esclude ogni preferenza indicata prima del concreto inizio dello stato patologico e del momento in cui viene deciso il progetto terapeutico”.

“Il tutto – ha aggiunto – va letto all’interno della cornice secondo cui, sono le parole del Cardinale e del santo Padre, 'la vita umana è sempre un bene inviolabile ed indisponibile' 'dal concepimento alla morte naturale'”.

L’europarlamentare ha molto apprezzato il riferimento del Presidente della CEI alle parole di Benedetto XVI, secondo cui “quando il cittadino europeo vedrà e sperimenterà personalmente che i diritti inalienabili della persona umana dal concepimento alla morte naturale (…) costituiscono un tutto indissolubile (…) allora comprenderà pienamente la grandezza dell’edificio dell’Unione europea e ne diverrà attivo artefice”.

Secondo Casini, “sembra logico vedere in queste parole un incoraggiamento alla Petizione europea per la vita e la dignità dell’uomo promossa dal MpV e dai movimenti per la Vita europei, che sta muovendo in tutta Europa i primi passi e che ha già ottenuto il 12 maggio scorso la benedizione del Santo Padre”.