di Antonio Gaspari
ROMA, martedì, 23 settembre 2008 (ZENIT.org).- Verrà presentato giovedì 25 settembre alle ore 17.00, a Roma, presso la sala Sacrestia degli Uffici della Camera dei Deputati (Vicolo Valdina, 3), l’ultimo libro di Robert Royal, “Il Dio che non ha fallito. Come la religione ha costruito e sostenuto l’Occidente” (Edizioni Rubbettino).
La presentazione è stata organizzata dalla Fondazione Novae Terrae e dalla Fondazione Rubbettino.
L’autore, Robert Royal, è stato per anni Vicepresidente dell’Ethics and Public Policy Center, uno dei maggiori think-tank di Washington, e da qualche anno ha fondato e presiede il Faith & Reason Institute impegnato a diffondere una cultura che promuova tanto la fede come la ragione, in quanto dimensioni dell’umana esistenza.
Le attività dell’Istituto spaziano dall’economia alla politica, dalla scienza alla tecnologia, dall’ambiente alla bioetica, avendo come prospettiva l’insegnamento dell’enciclica di Giovanni Paolo II “Fides et ratio”.
Nel libro il presidente del Faith & Reason Institute offre un’originale rilettura della religione nell’antica Grecia, nell’Impero romano, nell’antico Israele, nell’Europa medievale, nel Rinascimento, nella Riforma protestante, nell’Illuminismo, fino ad arrivare all’attuale epoca postmoderna.
Al termine della sua analisi Royal conclude che la religione non è solo una componente fondamentale della storia e della cultura dell’Occidente, ma un tratto permanente della natura umana.
Gli sforzi di coloro che tentano di sopprimere l’impulso religioso nella società sono dunque destinati all’insuccesso.
“Invece di negare l’innegabile – sostiene l’autore del libro –, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di promuovere una miglior comprensione dell’interazione dinamica tra fede, ragione e libertà moderne”.
Curatore della prefazione al volume di Royal il prof. Flavio Felice, Presidente del Centro Studi Tocqueville-Acton e Professore Straordinario di “Dottrine Economiche e Politiche” presso l’Istituto Pastorale “Redemptor Hominis” della Pontificia Università Lateranense (PUL), ha detto a ZENIT che “il Cristianesimo potrebbe rappresentare una forza determinante per la civiltà occidentale del XXI secolo”.
Nel libro, ha aggiunto il professore della PUL, “questa tesi è argomentata attraverso una poderosa ricostruzione storica del ruolo giocato dal Cristianesimo stesso nella nascita e nello sviluppo delle istituzioni politiche e culturali tipiche delle moderne società occidentali”.
Il prof. Felice spiega che il libro di Royal denuncia “l’orrore dei totalitarismi di destra e di sinistra che abbiamo conosciuto nel cuore della cristianità” e “accanto alla denuncia delle culture che hanno proclamato la morte di Dio e delle ideologie che, in forza di quella dichiarazione di morte, hanno manifestato anche il disprezzo per l’umanità” riafferma con forza “la matrice di quelle identità culturali che hanno rappresentato un pensiero e un’azione sociale a difesa della persona”.
“Royal – sostiene il Direttore della Fondazione Novae Terrae – indica nella tradizione filosofica del personalismo il ponte ideale che unisce le due sponde dell’Atlantico. In tale prospettiva andrebbe letta la distinzione operata da Sturzo tra la rivoluzione Statunitense del 1776 e la rivoluzione giacobina francese del 1798”.
In un articolo pubblicato il 18 marzo 1959 ne “Il Giornale d’Italia”, il prete di Caltagirone, analizza la Dichiarazione d’Indipendenza statunitense del 4 luglio 1776 osservando come in questo documento gli americani abbiano fatto esplicito riferimento al Creatore, il quale, oltre ad aver creato gli uomini tutti uguali, fece loro dono di determinati diritti inalienabili quali la vita, la libertà e la capacità di perseguire la felicità, conferendo in tal modo un’inequivocabile origine cristiana al loro atto di liberazione e di secessione dalla Madrepatria.
Accanto a tale documento, Sturzo colloca la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino fatta dai rappresentanti del popolo francese costituiti in Assemblea Nazionale in cui, a differenza della Dichiarazione d’Indipendenza dei coloni americani, manca qualsiasi riferimento al Creatore, mentre ci si affida agli auspici dell’“Essere Supremo”, confessando in tal modo il proprio carattere “a-cristiano”.
Secondo Royal, l’edificazione di questo ponte che ha unito idealmente liberali continentali come A. de Tocqueville e Lord Acton prima e filosofi e sociologi personalisti come J. Maritain e L. Sturzo in seguito, ai teorici del federalismo e del liberalismo classico statunitense, è stata formalizzata da Pio XI nel 1931 con l’enciclica sociale “Quadragesimo anno”, dove, probabilmente per la prima volta nella storia, viene elaborato in forma sistematica il principio di sussidiarietà orizzontale.
Il prof. Felice ha concluso sottolineando “il richiamo di Royal al contributo del Cristianesimo – storicamente innegabile e teoricamente rilevante – all’esercizio della tradizionale virtù della saggezza pratica e della ragione prudenziale all’interno di una più corretta comprensione della natura e della struttura dell’ordine sociale, al centro del quale c’è il fondamentale ruolo svolto dalle libere persone e dall’associazionismo nel pieno rispetto del principio logico, morale e politico-economico della sussidiarietà”.