BHOPAL, venerdì, 19 settembre 2008 (ZENIT.org).- La violenza anticristiana continua a flagellare l’India, dove questo giovedì è stata data alle fiamme la Cattedrale cattolica di San Pietro e San Paolo di Jabalpur (Stato del Madhya Pradesh), secondo quanto ha reso noto il servizio stampa della Conferenza Episcopale Indiana (ICNS).
I responsabili dell’attacco sarebbero dei membri del gruppo radicale indù “Dharm Raksha Sena”, che alcuni testimoni oculari hanno visto allontanarsi dal luogo del delitto, ma la polizia non ha ancora effettuato arresti.
La chiesa “era divenuta, in occasione dell’Anno di San Paolo, un centro di irradiazione della spiritualità paolina, ospitando un programma di incontri, di celebrazioni e di attività pastorali dedicate all’Apostolo delle Genti”, ricorda “Fides”.
L’edificio, che ha più di 150 anni, ha subito danni irreparabili, soprattutto all’altare maggiore e alle vetrate.
Si tratta del terzo attacco contro i cristiani che ha luogo in questo Stato, dopo l’aggressione al vigilante notturno della scuola del convento del Carmelo, il 31 agosto scorso, e l’incendio di una chiesa a Ratlam.
E’ anche l’assalto più grave degli ultimi giorni, dopo gli atti vandalici contro alcune chiese registrati nello scorso fine settimana nel Karnataka.
Preghiere
Da parte sua, l’associazione cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che si dedica in particolare ad aiutare i cristiani che vivono in situazioni difficili di persecuzione e povertà, ha rivolto un appello a tutta la Chiesa perché si preghi per i cristiani indiani.
L’associazione ha dichiarato giornata di preghiera il 24 settembre, festa di Nostra Signora della Mercede.
Joaquín Alliende, Assistente Ecclesiastico Internazionale e Presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha spiegato che grazie al contatto diretto tra l’associazione e i Vescovi locali si sa “quanto allarme e quanta paura albergano nel cuore dei nostri fratelli”.
I cristiani dell’India, afferma il presbitero, “sono trattati come cittadini di seconda classe. Si sentono non protetti. I sacerdoti, per non compromettere le famiglie cristiane, hanno dovuto rifugiarsi nei boschi”.
“La nostra preghiera per loro è urgente – ha aggiunto –. Per evitare altri morti, altri incendi di chiese, profanazioni di luoghi santi e distruzione di centri di assistenza ai più bisognosi, invito tutti a pregare per i cristiani dell’India in questo momento di pericolo”.
<p>Dal canto suo, monsignor Jerald Almeda, Vescovo di Jabalpur, ha riconosciuto che “è un tempo tragico per noi, ma dobbiamo pregare e restare uniti, senza rispondere alla violenza”.