Benedetto XVI ricorda "l'ardore missionario” di Papa Paolo VI

Invia una lettera in occasione del 30° anniversario della sua morte

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 8 settembre 2008 (ZENIT.org).- “L’ardore missionario” è il tratto più saliente della personalità di Papa Paolo VI che Benedetto XVI ha voluto sottolineare nella lettera che ha inviato, in occasione del 30° anniversario della sua morte, al Vescovo di Brescia, Diocesi d’origine del defunto Pontefice.

Il Papa ha voluto indirizzare il suo messaggio a monsignor Luciano Monari, al Presbiterio e all’intera comunità diocesana di Brescia, dalla quale Paolo VI “ha ricevuto il dono della fede ed ha attinto quei grandi valori di pietà, cultura ed umanità, ai quali ha sempre conformato la sua esistenza, di Sacerdote, di Vescovo e di Successore di Pietro”.

“A codesta Chiesa, alla quale fu introdotto da zelanti Sacerdoti, egli fu sempre legato da un amore mai sopito e da sentimenti di profonda e sincera riconoscenza, che non mancò di esprimere in diverse circostanze con gesti colmi di affetto e di venerazione”, ha ricordato.

Il Pontefice ha quindi confessato di essere “personalmente grato” al Servo di Dio Paolo VI “per la fiducia che ebbe a mostrarmi nominandomi, nel marzo 1977, Arcivescovo di Monaco di Baviera, e, tre mesi dopo, annoverandomi nel Collegio Cardinalizio”.

“Egli fu chiamato dalla Provvidenza divina a guidare la Chiesa in un periodo storico segnato da non poche sfide e problematiche”, ha riconosciuto il Vescovo di Roma nel testo, datato il 26 luglio scorso.

Nel ripercorrere col pensiero gli anni del suo pontificato, ha spiegato, “colpisce l’ardore missionario che lo animò e che lo spinse ad intraprendere impegnativi viaggi apostolici anche in nazioni lontane e a compiere gesti di alta valenza ecclesiale, missionaria ed ecumenica”.

Il nome di Paolo VI, ad ogni modo, resta legato soprattutto al Concilio Ecumenico Vaticano II.

“Il Signore ha voluto che un figlio della terra bresciana diventasse il timoniere della barca di Pietro proprio durante la celebrazione dell’Assise conciliare e negli anni della sua prima attuazione”, ha ricordato il Papa.

“Con il passare degli anni – ha sottolineato – diventa sempre più evidente l’importanza per la Chiesa e per il mondo del suo pontificato, come pure l’inestimabile eredità di magistero e di virtù che egli ha lasciato ai credenti e all’intera umanità”.

Paolo VI morì nella residenza estiva di Castel Gandolfo il 6 agosto 1978, “giorno in cui la Chiesa celebra il mistero luminoso della Trasfigurazione di Cristo”.

“Nel ricordarne la pia scomparsa – conclude Benedetto XVI -, rendo fervide grazie a Dio per aver donato alla Chiesa un Pastore, fedele testimone di Cristo Signore, così sinceramente e profondamente innamorato della Chiesa e così vicino alle attese e alle speranze degli uomini del suo tempo, auspicando vivamente che ogni membro del Popolo di Dio sappia onorare la sua memoria con l’impegno di una sincera e costante ricerca della verità”.

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ZENIT Staff

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