Ci sarà anche la Santa Sede alla Expo di Milano 2015, in programma dal 1° maggio al 31 ottobre, sul tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Il Protocollo di partecipazione è stato firmato questa mattina, nella Sala Regia del Palazzo Apostolico Vaticano, dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura e Commissario Generale della Santa Sede per l’Expo, e da Giuseppe Sala, Commissario Unico Delegato del Governo Italiano per la esposizione. I due firmatari hanno poi presentato i dettagli del Protocollo, a fine mattinata, in un briefing nella Sala Stampa vaticana.
140 i paesi che parteciperanno con i rispettivi padiglioni alla esposizione universale. Il tema scelto dalla Santa Sede sarà: Not by bread alone – Non di solo pane; un tema ispirato alla citazione del Deuteronomio poi “sulle labbra di Gesù”, che – ha spiegato Ravasi – vuole evidenziare soprattutto la dimensione interiore, religiosa e culturale che tocca sia la persona, sia le sue relazioni a tutti i livelli. “Il nutrimento interiore è tanto necessario quanto quello che risponde ai bisogni più immediati”, ha detto il porporato.
In particolare, il Padiglione vaticano promuoverà una riflessione profonda sul concetto del “nutrimento” in quattro ambiti. Innanzitutto “Un giardino da custodire sulla tutela del creato”, dunque la riflessione sulla tutela delle risorse della Terra, quale dono elargito dal Creatore a tutta l’umanità, che – come spesso ribadito da Papa Francesco – non vanno sprecate e depredate, o tantomeno distrutte. Poi la sezione “Un cibo da condividere”, guidata dall’immagine evangelica della moltiplicazione dei pani, che rimarca il valore universale della condivisione e della solidarietà, espresso dalle diverse istituzioni che hanno attuato il cristiano comandamento dell’amore fraterno.
Verrà affrontata poi la questione dell’educazione alle nuove generazioni ad una cultura della relazione umana centrata sull’essenziale e non sullo spreco consumista, attraverso la sezione “Un pasto che educa”. E, infine, concluderà il cerchio l’ambito “Un pane che rende Dio presente nel mondo”, centrato sulla dimensione tipicamente religiosa e cristiana della Eucaristia, quale mensa della Parola e del Pane di vita, oltre che “fonte e culmine” di tutta l’esistenza cristiana.
Insomma, come affermato da Giuseppe Sala, “in una esposizione universale che ha come tema principale quello dell’alimentazione, così vicino ai temi della Chiesa, certamente la Santa Sede non poteva mancare”. Al di là dell’architettura e delle scenografie che caratterizzeranno i diversi padiglioni, tutti i partecipanti – ha aggiunto il commissario italiano per l’Expo – stanno puntando allo sviluppo della “bellezza” di un tema come l’alimentazione, secondo la “declinazione consona ad ogni Paese”. Obiettivo comune resta, comunque, ricordare il dramma della piaga della fame nel mondo, che mette in ginocchio ancora oggi oltre un miliardo di persone.
“Come Santa Sede – ha spiegato il cardinale Ravasi – vogliamo dare un certo rilievo al tema della simbolicità del cibo”, evidenziando che proprio “due simboli universali, costanti del cibo umano”, come il pane e il vino sulla mensa, sono per il cristianesimo il segno “della presenza continua di Cristo”.
“Visitando il padiglione della Santa Sede – ha dichiarato mons. Luca Bressan, vicario episcopale della Cultura della Diocesi di Milano – si farà l’esperienza di scoprire quanto è ricco e quanto ci rende umani (o al contrario ci disumanizza) l’esperienza quotidiana del nutrirci. Ad esempio, un pasto può essere il luogo della solidarietà più commovente, o al contrario l’ostentazione nel disprezzo verso gli altri e chi vive in situazione di povertà”.
Il dott. Sala ha annunciato che alla Santa Sede è stato assegnato un lotto centrale, vicino a quelli di Italia, Francia e Spagna. E ha ricordato che non è la prima volta che il Vaticano è presente alla esposizione universale, in quanto già nel 1851 fu presente un suo padiglione all’Expo di Londra. Per questa edizione 2015, la sua partecipazione sarà arricchita dalla preziosa collaborazione della Caritas Internationalis e dell’arcidiocesi di Milano.
(A cura di Salvatore Cernuzio)