L'incubo di un sacerdote e di una suora in India

Lui picchiato a sangue, lei violentata

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NUOVA DELHI, venerdì, 5 settembre 2008 (ZENIT.org).- Nel contesto delle violenze contro i cristiani che si stanno verificando in India, un sacerdote e una suora hanno vissuto un vero e proprio incubo, subendo percosse e violenze.

Padre Thomas Chellen ha raccontato che i fanatici induisti lo hanno torturato, hanno violentato una suora, li hanno fatti andare in giro per le strade mezzi nudi e volevano che il sacerdote avesse rapporti sessuali con la suora in pubblico.

Il presbitero 55enne, gravemente ferito, ha riferito al Catholic News Service ciò che gli è accaduto dal suo letto d’ospedale a Bhubaneswar, nell’Orissa.

I fanatici induisti, ha riferito, gli hanno versato del cherosene in testa, “mentre uno teneva in mano una scatola di fiammiferi per dare fuoco. Grazie alla divina Provvidenza, tuttavia, alla fine non lo ha fatto”. Altrimenti, ha osservato, “non avrei potuto raccontare questo orrore”.

Il direttore del centro pastorale di Konjamendi ha parlato in un’intervista telefonica dall’ospedale cattolico. Dopo l’assassinio, avvenuto il 23 agosto, del leader induista Swami Laxmanananda Saraswati da parte degli estremisti maoisti, gli induisti hanno iniziato ad attaccare i centri cristiani a Kandhamal, il distretto in cui viveva il leader ucciso.

Quando 500 induisti hanno fatto irruzione nel centro pastorale a mezzogiorno del 24 agosto, padre Chellen ha detto di essere fuggito dal cortile con un altro sacerdote e una suora.

“Ci ha spezzato il cuore vedere da lontano il complesso andare in fumo”, ha confessato il presbitero, che aveva supervisionato la costruzione del centro, aperto nel 2001 e che poteva ospitare 200 persone.

“Hanno distrutto tutto e hanno appiccato il fuoco – ha aggiunto –. E’ stato ridotto in polvere”.

“Siamo fuggiti nella giungla e la sera abbiamo trovato rifugio in casa di un amico induista, dove abbiamo passato la notte”, ha affermato, aggiungendo che il secondo sacerdote aveva deciso di unirsi ad altri presbiteri.

La mattina dopo, la famiglia induista ha portato padre Chellen e la suora in una casa vuota adiacente
e li ha chiusi a chiave per dare l’impressione che dentro non ci fosse nessuno. Nonostante questo, i fanatici induisti hanno sentito per caso il sacerdote parlare al cellulare, hanno fatto irruzione nella casa e hanno trascinato fuori lui e la suora.

“Hanno iniziato la nostra parata della crocifissione”, ha ammesso. Il gruppo, composto da circa 50 induisti armati, “ci ha picchiati e ci ha portati come colpevoli lungo la strada” verso il centro pastorale bruciato.

“Mi hanno strappato la camicia e hanno iniziato a spogliare la suora. Quando ho protestato, mi hanno picchiato con mazze d’acciaio. Poi hanno portato dentro la suora e l’hanno violentata mentre altri continuavano a darmi calci e a deridermi, costringendomi a dire parole volgari”, ha detto il sacerdote, che ha bruciature, ecchimosi e tumefazioni su tutto il corpo e vari punti sul viso.

“Poi siamo stati portati tutti e due mezzi nudi per la strada, e mi hanno ordinato di avere un rapporto sessuale con la suora in pubblico, dicendo che le suore e i sacerdoti lo fanno. Ho rifiutato, e allora hanno continuato a picchiarmi e ci hanno trascinati all’ufficio governativo lì vicino. Purtroppo, una dozzina di poliziotti era rimasto a guardare la scena”.

Infuriati perché stava chiedendo aiuto ai poliziotti, i malviventi hanno picchiato di nuovo il sacerdote sanguinante.

In seguito, un ufficiale governativo e i membri del gruppo hanno portato il sacerdote e la suora alla stazione di polizia, dove padre Chellen dice di essere stato colpito a calci in faccia.

“L’incubo, durato quattro ore, è terminato quando la sera è arrivato un ufficiale di polizia”, ha spiegato.

Padre Chellen ha detto che uno degli aspetti più dolorosi della questione è stato il fatto che alcuni induisti locali che conosceva sono rimasti a guardare e hanno ignorato la sua richiesta d’aiuto.

I due malcapitati sono stati poi portati in un’altra stazione di polizia vicina. “Sono stati molto gentili con noi, ci hanno dato vestiti e scarpe”, ha riferito.

Il 26 agosto, il sacerdote e la suora sono stati sottoposti a controlli medici. Nel pomeriggio sono stati mandati con l’autobus a Bhubaneswar.

La suora è stata portata in un convento, mentre padre Chellen è entrato in ospedale il 27 agosto, ma le sue condizioni richiedono il trasferimento a Mumbai, dove potrà ricevere le cure adeguate.

“Non avevamo scelta e abbiamo dovuto fare quello che dicevano – ha affermato –. Abbiamo resistito per quanto potevamo. E’ come essere torturati per Cristo”.

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ZENIT Staff

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