di padre John Flynn, LC
ROMA, domenica, 24 agosto 2008 (ZENIT.org).- In un messaggio indirizzato ai partecipanti alla Giornata mondiale della gioventù, pubblicato quando Benedetto XVI è arrivato a Sydney, in Australia, il Pontefice ha citato una frase attribuita a Sant’Agostino: “Se vuoi restare giovane, cerca Cristo”.
La citazione è adatta non solo ai giovani che attendevano l’arrivo del Papa, ma ad ogni persona, compresi coloro che vivono nelle società secolarizzate dell’Occidente, spesso ostili al messaggio di Cristo.
Il secolarismo è un problema, ha affermato Paul Kelly, editore di The Australian, un quotidiano di Sydney.
In un commento pubblicato poco prima dell’inizio della Giornata mondiale, Kelly ha osservato che il secolarismo non solo punta a fare della religione una questione puramente privata, ma tenta anche di “affermare l’ateismo come una religione di fatto estromettendo così la vera religione dalla sfera pubblica”.
Questo tema è emerso ripetutamente anche durante la Giornata mondiale.
Il Primo ministro australiano Kevin Rudd, nel suo discorso di accoglienza rivolto ai pellegrini durante la Messa di apertura della Giornata mondiale della gioventù, il 15 luglio, ha espresso un riconoscimento dell’importanza del Cristianesimo, cosa piuttosto insolita per un leader politico.
Rudd ha affermato: “Alcuni dicono che non vi è spazio per la fede nel XXI secolo. Io dico che sbagliano. Alcuni dicono che la fede è nemica della ragione; io dico che sbagliano”.
Il Primo ministro ha proseguito lodando il ruolo del Cristianesimo nell’educazione e nell’assistenza ai poveri: “E io dico che il Cristianesimo è stata una immensa forza di bene nel mondo”.
Per un mondo migliore
Un tema toccato da Benedetto XVI nell’omelia pronunciata durante la consacrazione del nuovo altare nella St. Mary’s Cathedral, il 18 luglio, è stato quello della sfida lanciata da chi vuole negare il ruolo della religione nel mondo. “Nel nome della libertà ed autonomia umane, il nome di Dio viene oltrepassato in silenzio, la religione è ridotta a devozione personale e la fede viene scansata nella pubblica piazza”, ha osservato.
In un altro intervento il Papa ha ricordato il senso della partecipazione alla Giornata mondiale della gioventù e non ha mancato di sottolineare il positivo contributo offerto dalla religione e dai credenti. Durante la cerimonia di benvenuto, che si è svolta presso la Government House il 17 luglio, egli ha osservato che i pellegrini affluiscono numerosi perché anelano di ascoltare la parola di Dio e di imparare di più sulla loro fede cristiana.
Inoltre essi sono “desiderosi di prendere parte ad un evento che pone in evidenza i grandi ideali che li ispirano, e tornano alle loro case colmi di speranza, rinnovati nella decisione di costruire un mondo migliore”.
Nel suo intervento, il Santo Padre ha anche ricordato il tema dello Spirito Santo, scelto per la Giornata mondiale della gioventù: “Sono desiderosi di prendere parte ad un evento che pone in evidenza i grandi ideali che li ispirano, e tornano alle loro case colmi di speranza, rinnovati nella decisione di costruire un mondo migliore” (Atti 1:9).
Lo Spirito Santo, ha osservato Benedetto XVI, darà loro la saggezza necessaria per discernere il cammino giusto ed il coraggio per percorrerlo.
Il Papa ha fatto riferimento continuamente al tema dello Spirito Santo durante i suoi discorsi che si sono succeduti nei giorni dell’evento e che sono culminati nell’omelia pronunciata durante la Messa di chiusura della domenica 20 luglio a Randwick Racecourse.
La potenza dello Spirito Santo che viene invocata è la potenza della vita di Dio, ha spiegato Benedetto XVI. È la potenza della creazione, la potenza che ha fatto risorgere Gesù da morte e la potenza che ci porta al Regno di Dio.
Il Papa ha anche evocato un concetto spesso usato negli anni passati per indicare forme alternative di religione: quello di una nuova era, la “new age”. “Nel Vangelo di oggi, Gesù annuncia che è iniziata una nuova era, nella quale lo Spirito Santo sarà effuso sull’umanità intera”, ha commentato il Santo Padre.
In questo senso, l’effusione dello Spirito Santo non è solo una forza che ci illumina e ci consola, ma anche una potenza creatrice di un nuovo mondo, ha spiegato il Papa.
“Rafforzata dallo Spirito e attingendo ad una ricca visione di fede, una nuova generazione di cristiani è chiamata a contribuire all’edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta”, ha affermato.
Una nuova era – ha proseguito il Pontefice – in cui l’amore non sia avido ed egoista, ma sarà puro e libero; in cui le persone siano aperte agli altri e irradino gioia e bellezza; una nuova era nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità e dall’apatia.
La sfida
Nella sua omelia il Papa ha anche precisato che la sua proposta ai giovani non è solo quella della speranza e del conforto, ma anche quella di una sfida a edificare questa nuova era: “Cari giovani amici, il Signore vi sta chiedendo di essere profeti di questa nuova era, messaggeri del suo amore, capaci di attrarre la gente verso il Padre e di costruire un futuro di speranza per tutta l’umanità”.
Benedetto XVI ha anche posto una serie di questioni ai giovani radunati per la Messa. Ha chiesto loro cosa pensano di lasciare alla prossima generazione e come pensano di usare i doni e la potenza dello Spirito Santo.
Ha chiesto: “State vivendo le vostre vite in modo da fare spazio allo Spirito in mezzo ad un mondo che vuole dimenticare Dio, o addirittura rigettarlo in nome di un falso concetto di libertà?”
Questa sfida ai giovani è stata anche oggetto dell’intervento del Pontefice della sera precedente, durante la veglia. Il Papa ha parlato del significato di essere testimoni in un mondo che ha descritto fragile e indebolito dalle ferite.
Molte di queste ferite – ha osservato Benedetto XVI – sono dovute al relativismo che “non riesce a vedere l’intero quadro,” perché ignora i principi “che ci rendono capaci di vivere e di crescere nell’unità, nell’ordine e nell’armonia.”
La chiave per poter avere l’intero quadro è quella di aprirsi all’azione dello Spirito Santo che ci mantiene in unione con Cristo e la Chiesa. Questa unità è propria dell’essenza stessa dello Spirito Santo, ha spiegato il Papa, posto che la caratteristica dello Spirito Santo è quella di essere vincolo di unità fra il Padre e il Figlio.
Lo Spirito Santo è anche amore e donazione di sé, ha proseguito Benedetto XVI. “fate sì che l’amore unificante sia la vostra misura; l’amore durevole sia la vostra sfida; l’amore che si dona la vostra missione!”
I frutti
In vista della Giornata mondiale della gioventù, la stampa australiana si era concentrata sugli aspetti negativi dell’evento, evidenziandone i costi economici e il disturbo recato alla vita quotidiana della città.
Ma una volta che l’evento ha avuto inizio e che si è potuto vedere di persona il Papa e assistere ai momenti toccanti come quello della Via Crucis, i media si sono dimostrati largamente favorevoli.
Numerosi articoli hanno osservato la buona organizzazione degli eventi, mentre altri hanno notato la scarsa necessità delle forze dell’ordine, a differenza delle altre occasioni in cui si sono radunati molti giovani.
“La Giornata mondiale della gioventù ci ha mostrato che la Chiesa può rallegrarsi dei giovani di oggi ed essere colma di speranza per il mondo di domani” ha commentato il Papa al momento della sua partenza dall’aeroporto di Sydney il 21 luglio. La sfida ora, per la Chiesa in Australia e nel mondo, è di far diventare realtà questa speranza.