Filippine: Vescovi e leader islamici insieme per la pace

Invitano alla calma, in particolare il governo e il “Moro Islamic Liberation Front”

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di Inmaculada Álvarez

MANILA, venerdì, 22 agosto 2008 (ZENIT.org).- La Conferenza episcopale e gli Ulema delle Filippine (BUC) hanno lanciato un appello urgente sia al governo che al Comitato Centrale del “Moro Islamic Liberation Front” (MILF) perché cessino le ostilità a Mindanao, la vasta isola che si trova a sud del Paese.

A Mindanao, dove vive un terzo del popolo filippino e una consistente minoranza dei musulmani del Paese (oltre 6 milioni di persone), operano diversi gruppi di guerriglieri che negli anni passati si sono ribellati al governo di Manila.

I primi accordi di pace tra governo e MILF risalgono a trent’anni fa, mentre sotto la Presidenza di Gloria Arroyo, nel 2001, è stato siglato un altro accordo con il MILF, le cui trattative sono ancora aperte e procedono a rilento.

La dichiarazione, pubblicata questo mercoledì, è firmata dall’Arcivescovo di Davao, monsignor Fernando Capalla, dall’Arcivescovo emerito Hilario Gomez, e da Hamid Barra, rappresentante della Lega degli Ulema delle Filippine, l’organo che riunisce i dotti musulmani in scienze religiose del Paese.

Nel messaggio, i leader cattolici e musulmani chiedono ai due schieramenti di giungere a una tregua immediata, che preveda il ritiro delle truppe, il rilascio di prigionieri e ostaggi, e il ristabilimento dell’ordine nella zona settentrionale di Cotabato e Lanao, in special modo nelle città di Kidapawan e Iligan.

Inoltre, si chiede l’azione urgente in favore delle migliaia di sfollati a causa del conflitto, mentre la Conferenza episcopale invita i media a evitare di dare informazioni che possano essere interpretate come una provocazione da parte dei combattenti.

In un altro comunicato congiunto, reso pubblico questo giovedì dal servizio informativo dalla Conferenza Episcopale delle Filippine (CBCP), i rappresentanti cattolici e musulmani di Mindanao hanno condannato la violenza nella zona nord di Lanao, e l’ “inutile perdita di vita umane e proprietà”.

“In questi momenti in cui si mescolano troppi sentimenti di rabbia, paura, odio e confusione, chiediamo alle nostre comunità musumane e cristiane che conservino la calma e la fedeltà alla loro chiamata come creature di Dio Onnipotente e Misericordioso”, aggiunge la dichiarazione.

I Vescovi e gli Ulema di Mindanao hanno rinnovato il loro impegno a lavorare congiuntamente per “promuovere la pace” nelle loro rispettive comunità locali.

Dialogo interreligioso e pace

In alcune dichiarazioni pubblicate dal quotidiano vaticano “L’Osservatore Romano”, monsignor Antonio Ledesma, Vescovo di Cagayan de Oro e responsabile della Commissione Episcopale per il Dialogo Interreligioso, ha sottolineato il ruolo decisivo nel processo di pace svolto dalla Conferenza congiunta dei Vescovi e degli Ulema delle Filippine.

Infatti, in questi giorni, i media filippini hanno molto speculato sul possibile ruolo di mediazione della Conferenza nel conflitto.

A questo proposito, monsignor Ledesma, pur non confermando queste voci, ha assicurato che l’organismo non ha carattere politico e che darà “un contributo affinché tra le parti si crei un clima di reciproca fiducia che attualmente sembra compromesso” oltre ad aiutare “a focalizzare meglio i temi della convivenza e del dialogo tra cristiani e musulmani”.

Si tratta di evitare che, con il pretesto della pace, si provochi la separazione della popolaziona musulmana da quella cristiana in territori dove queste due comunità hanno sempre convissuto pacificamente.

“Gli aderenti alla Conferenza Vescovi-Ulama, invece, da lungo tempo conducono programmi di dialogo interreligioso e azioni di aiuto verso i poveri sia cristiani che musulmani”, ha detto.

“Come i tanti volontari religiosi e laici di entrambi i credi già mettono in pratica – ha sottolineato –, cristiani e musulmani devono vivere e lavorare insieme nel rispetto reciproco dei diversi credi, delle proprie tradizioni e peculiarità”.

Per l’Arcivescovo Ledesma i membri della Conferenza Vescovi-Ulama possiedono non solo adeguate qualità morali e solida conoscenza delle reciproche sfere religiose, ma sono anche le persone che meglio conoscono i bisogni reali dei loro fedeli.

Circa la collaborazione tra le due religioni, il presule ha aggiunto che la Chiesa cattolica delle Filippine è sempre stata impegnata in soccorso dei poveri senza distinzione di credo.

“In questa sua azione caritativa – ha concluso – è stata affiancata nel Mindanao da un numero prima ristretto e poi sempre crescente di leader religiosi e volontari laici musulmani che hanno preso coscienza del ruolo delle religioni nella società”.

[Ha collaborato Mirko Testa]

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ZENIT Staff

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