Cardinale Hummes: la risurrezione di Cristo, segno del trionfo della vita

Messaggio di Pasqua del prefetto della Congregazione per il Clero

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ROMA, mercoledì, 12 marzo 2008 (ZENIT.org).- La risurrezione di Cristo è il segno del trionfo della vita, ha affermato il Cardinale Cláudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero.

Nel suo messaggio per la Quaresima 2008, indirizzato a presbiteri, diaconi permanenti e catechisti, il Cardinale afferma che “la morte e la risurrezione di Gesù Cristo, che celebriamo nella Pasqua, portano vita nuova alla Chiesa e allietano il popolo di Dio, che canta un cantico nuovo al Signore”.

“Il Signore Risorto è la garanzia della vittoria definitiva della vita”, osserva.

La morte, quindi, “è stata distrutta” e “l’ultima parola spetterà alla vita e all’amore”.

“Ecco la speranza sicura e gioiosa che dà senso alla nostra vita e alla storia dell’umanità. Cristo è risorto, e nel nostro pellegrinaggio terreno ci accompagna lungo il cammino, ci illumina e ci fortifica, come leggiamo nell’episodio dei discepoli di Emmaus, il pomeriggio del giorno della Risurrezione”.

“Resta con noi, Signore, accompagnaci benché non sempre abbiamo saputo riconoscerti”, scrive il Cardinale Hummes.

“Resta con noi, perché intorno a noi stanno addensandosi le ombre, e tu sei la Luce; nei nostri cuori si insinua lo scoraggiamento, e li fai ardere con la certezza della Pasqua. Siamo stanchi della strada, ma tu ci conforti con la frazione del pane per annunciare ai nostri fratelli che in realtà tu sei risorto e ci hai affidato la missione di essere testimoni della tua risurrezione”.

“Resta con noi, Signore, quando intorno alla nostra fede cattolica sorgono le nebbie del dubbio, della stanchezza o delle difficoltà: tu che sei la Verità stessa come rivelatore del Padre, illumina le nostre menti con la tua Parola; aiutaci a sentire la bellezza di credere in te”.

Allo stesso modo, il prefetto della Congregazione per il Clero prega Cristo di restare “nelle nostre famiglie”, illuminandole “nei loro dubbi”, sostenendole “nelle loro difficoltà”, consolandole “nelle loro sofferenze e nella fatica di ogni giorno, quando intorno a loro si accumulano ombre che minacciano la loro unità e la loro identità naturale”.

“Tu che sei la Vita, resta nei nostri focolari, affinché continuino ad essere nidi dove la vita umana nasca generosamente, dove si accolga, si ami e si rispetti la vita dal concepimento fino al suo termine naturale”, ha chiesto.

“Resta, Signore, con quelli che nelle nostre società sono più vulnerabili; resta con i poveri e gli umili di tutta la terra, che soffrono ingiuste limitazioni nel partecipare alla mensa dei beni dell’umanità ed nell’esprimere la ricchezza della loro cultura e la saggezza della loro identità”.

“Resta, Signore, con i nostri bambini e con i nostri giovani, che sono la speranza e la ricchezza del nostro mondo, proteggili dalle tante insidie che attentano alla loro innocenza ed alle loro legittime speranze”.

“Resta con i nostri anziani e con i nostri malati – ha concluso –. Fortifica tutti nella fede affinché siano i tuoi discepoli e missionari!”.

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ZENIT Staff

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