Benedetto XVI fa riscoprire ai giovani il sacramento del perdono

Liturgia penitenziale giovedì nella Basilica vaticana

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di María de la Torre

ROMA, martedì, 11 marzo 2008 (ZENIT.org).- Benedetto XVI sta aiutando i giovani a riscoprire il perdono di Dio nel sacramento della Confessione. Per questo motivo, giovedì, in preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù, presiederà una liturgia penitenziale nella Basilica Vaticana.

Monsignor Mauro Parmeggiani, direttore del Servizio diocesano di Roma per la pastorale giovanile, ha spiegato a ZENIT che l’atteggiamento dei giovani sulla confessione, “al di là di quello che si pensa, è positivo”.

L’incontro, per il quale già si sono prenotati al meno 20.000 giovani, prepara la Domenica delle Palme, Giornata della Gioventù a livello diocesano, e le Giornate Mondiali di Sydney, dal 15 al 20 luglio prossimi.

La confessione, chiarisce, “è un sacramento dove confronti la verità su te stesso e sul tuo peccato, la tua miseria umana, con la misericordia di Dio. É il sacramento che forse risponde di più al bisogno dell’uomo di oggi, che ha bisogno di misericordia, di amore, anche di mettersi in confronto con la giustizia di Dio”.

“Bisogna mettersi davanti alle grandi prospettive della vita, anche della vita dopo la morte”, riconosce il presule. “Non a caso il Papa nella Spe salvi ricorda proprio i novissimi come qualcosa da riprendere, da scoprire”.

Il Papa, spiega, ha voluto trasformare questo tradizionale incontro con i giovani, “che era in genere di festa, in una festa reale, non solo una festa esteriore, anzi esteriormente i colori della festa non ci sono. Ma la festa è una festa interiore, quella dell’incontro dell’uomo con Dio, con la misericordia de Dio nel suo cuore; da lì nasce la gioia del Cristiano”.

La difficoltà di avvicinarsi alla confessione nei giovani e nei meno giovani, secondo monsignor Parmeggiani, “sta nel fatto che è venuto a mancare il senso del peccato, è venuto a mancare il senso di Dio”.

Con questa liturgia, spiega, il Papa ha un obiettivo: “fare incontrare Dio che ama. Più cresce il senso di Dio, più cresce il senso della mia piccolezza davanti a Dio, della mia impotenza davanti a Dio, del mio peccato. Di qui sorge la domanda: ‘abbi pietà di me, Signore, pietà di me perché sono un peccatore'”.

Parmeggiani considera che è un finto problema il fatto di parlare con un sacerdote, di confessarsi a una persona: “In un mondo dove siamo disposti a raccontare tutto di se stessi ovunque, sulle radio, su Internet, nei blog, forum, messenger, con tutte le possibilità di comunicare, dove si comunicano le cose più intime, più personali, credo che non si deve avere vergogna di aprire il cuore al ministro di Dio, che in quel momento rappresenta Cristo, Cristo che mi ascolta, Cristo che mi incoraggia, Cristo che mi dice ‘alzati e cammina’”.

Un’altra difficoltà, osserva, nasce dalla mancanza di coerenza con i propositi; le persone si dicono allora: “E’ inutile che ritorni a confessarmi”.

“Non c’è nessuno perfettamente coerente. Dobbiamo sempre continuare ad avere fiducia, a lasciarci guidare da Cristo, e non abbatterci perché una volta sbagliamo – ha concluso -. Non dobbiamo arrenderci e pensare che non posiamo più uscire da questo errore”.

I biglietti d’ingresso alla liturgia penitenziale, totalmente gratuiti, possono prenotarsi anche tramite l’indirizzo di posta elettronica segretariagenerale@vicariatusurbis.org

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ZENIT Staff

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