Don Giussani: straordinario educatore, in anticipo sul segno dei tempi

Il fondatore di Comunione e Liberazione celebrato dalla Chiesa nel mondo

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di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 26 febbraio 2008 (ZENIT.org).- A tre anni dalla morte, avvenuta il 22 febbraio 2005, la figura di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione (CL), è stata ricordata dalla Chiesa in più parti del mondo.

In Italia, a Roma, Milano, Bologna e Genova, i Cardinali Camillo Ruini, Dionigi Tettamanzi, Carlo Caffarra e Angelo Bagnasco, hanno ricordato il coraggioso e fedele sacerdote lombardo.

Sul sito di Comunione e Liberazione si contano più di 200 chiese, basiliche e cattedrali di diverse città nel mondo dove don Giussani è stato commemorato

A Milano, al Liceo Classico “Giovanni Berchet”, dove Giusssani insegnò religione dal 1955 al 1967 e dove nacque il primo nucleo di giovani che avrebbe portato alla fondazione di CL, è stata scoperta una targa ricordo.

Il Cardinale Camillo Ruini, Vicario di Roma, nel corso della celebrazione eucaristica svoltasi il 23 febbraio in San Giovanni in Laterano ha commentato: “Il tempo passa veloce ma la memoria non si affievolisce e non si scolorisce la forza di una presenza che è più che mai viva”.

“Monsignor Giussani, nel mistero dell’amore di Dio, è infatti con noi e in mezzo a noi – ha aggiunto –. E’ con noi con quella passione per Cristo che ha ammaliato, animato e guidato tutta la sua vita”.

“All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona”, ha detto il Vicario di Roma, ricordando le parole con cui Benedetto XVI apre l’Enciclica Deus caritas est, per spiegare che queste “possono figurare senza alcuna forzatura come sintesi dell’esperienza, del pensiero, dell’apostolato e della vita intera di questo sacerdote ambrosiano”.

“La passione per Cristo in don Giussani – ha sottolineato il porporato – è sempre stata, senza la minima discontinuità, passione per la Chiesa, adesione alla Chiesa, vita nella Chiesa e per la Chiesa”.

Secondo il Cardinale Ruini, l’incontro di don Giussani con Cristo è stato sempre una cosa molto concreta, e la Chiesa “è una realtà assolutamente prossima a ciascuno” è “l’intero corpo del Signore” e “trova la sua sintesi visibile nella persona del Papa”.

“E’ stata quantomeno una coincidenza felice, e certamente a lui assai gradita – ha concluso il Vicario di Roma – che l’esistenza terrena di don Giussani si sia compiuta nella festa della Cattedra di San Pietro”.

La fedeltà e l’amore per la Chiesa è stata sottolineata anche dal successore di don Giussani, don Julián Carrón, il quale nel messaggio letto in Laterano ha scritto: “Desideriamo servire la Chiesa di Roma, nostra madre, con tutto l’entusiasmo e l’intelligenza della fede che abbiamo scoperto grazie al carisma di don Giussani”.

Il 22 febbraio, a Bologna, nella Cattedrale di San Pietro, il Cardinale Carlo Caffarra si è rivolto ai tanti fedeli di CL dicendo: “Quando penso a monsignor Giussani, molto spesso lo vedo inginocchiato davanti al Papa, in piazza a S. Pietro”.

“Mi sembra che sia stata l’ultima volta in cui parlò in pubblico: aveva parlato dell’uomo come mendicante di Cristo”, ha ricordato l’Arcivescovo di Bologna.

“Ecco la conclusione di una vita che ha vissuto il mistero che oggi celebriamo: lo stare in ginocchio davanti a Pietro perché vedi in lui la presenza di Cristo. Amatela così, miei cari, la Chiesa; amatela con questa affezione profonda al Papa”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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