Cattolici USA e matrimonio: una ricerca rivela un “quadro composito”

I Vescovi sottolineano le sfide e i motivi di speranza

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WASHINGTON, D.C., martedì, 19 febbraio 2008 (ZENIT.org).- Sette cattolici statunitensi su dieci affermano di avere almeno “una qualche familiarità” con l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio, mentre un terzo afferma di essere “molto familiare” con esso.

E’ uno dei dati emersi da un sondaggio del Centro per la Ricerca Applicata nell’Apostolato, i cui risultati sono stati diffusi dai Vescovi statunitensi la scorsa settimana.

In una dichiarazione circa la ricerca, l’Arcivescovo Joseph Kurtz, presidente del Sottocomitato episcopale sul Matrimonio e la Vita Familiare, ha affermato che i risultati descrivono “un quadro composito” e che “questo dà motivo di soddisfazione e speranza. Solleva anche preoccupazioni e pone di fronte ad alcune sfide”.

Secondo il sondaggio, il 70% dei cattolici attualmente sposati negli Stati Uniti è sposato in chiesa o ha avuto il proprio matrimonio benedetto. Una lieve maggioranza dei cattolici (55%) afferma che la sua visione del matrimonio è stata almeno “in qualche modo” formata dall’insegnamento della Chiesa.

Commentando i risultati, l’Arcivescovo Kurtz – di Louisville (Kentucky) – ha detto che è necessario fare una distinzione tra quei cattolici che assistono ogni settimana alla Messa e quanti non lo fanno.

“In teoria è più probabile che coloro che vanno a Messa ogni settimana siano attualmente sposati rispetto a quelli che vi assistono meno spesso, che abbiano un coniuge cattolico, che dicano di avere familiarità con l’insegnamento cattolico sul matrimonio e che abbiano visioni del matrimonio formate dalla loro fede e conformi all’insegnamento della Chiesa”.

Generazioni

Lo studio ha sottolineato che l’attuale status matrimoniale dei cattolici è spesso collegato a quello dei loro genitori. I cattolici sposati hanno più probabilità rispetto a quanti sono separati o divorziati e a quanti convivono di dire che i propri genitori sono (o erano se sono morti) sposati.

“Questo mostra il potere comunicato da un esempio positivo di fedeltà”, ha affermato l’Arcivescovo Kurtz. “Un altro risultato, su cui possiamo costruire, è che i due terzi dei cattolici affermano che la loro visione del matrimonio si basa sul loro background e la loro esperienza familiare. La nuova generazione di giovani cattolici viene fortemente influenzata dal matrimonio dei loro genitori. L’influenza sarà positiva o negativa? Questa è la domanda-chiave”.

I cattolici sono molto simili all’intera popolazione statunitense in termini di demografia del matrimonio, come status matrimoniale, età del primo matrimonio e divorzi.

Il 23% dei cattolici adulti è passato attraverso un divorzio; il 12% è attualmente divorziato e l’11% è attualmente risposato, convive o è vedovo ma è passato per un divorzio in passato.

L’Arcivescovo Kurtz ha anche notato che il sondaggio mostra come la preparazione che la Chiesa offre alle coppie fidanzate stia aiutando i matrimoni, ma che le coppie cattoliche non si rivolgono in modo consistente alla Chiesa per chiedere aiuto quando hanno problemi matrimoniali.

“Dobbiamo cercare dei modi per offrire alle coppie un ministero più integrato, continuo e vario che le aiuti a crescere in gioia e santità attraverso l’intero ciclo vitale di un matrimonio”, ha affermato.

La ricerca, condotta nel giugno 2007, ha intervistato più di 1.000 persone che si dichiarano cattoliche, con un margine di errore del 3.1 in più o in meno. Il sondaggio fa parte dell’Iniziativa Pastorale Nazionale per il Matrimonio dei Vescovi statunitensi ed è stato finanziato dai Cavalieri di Colombo.

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ZENIT Staff

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