Benedetto XVI ha ricevuto il Direttore dell'Agenzia ONU per il lavoro

Di Mirko Testa

CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 5 febbraio 2008 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha ricevuto questo lunedì Juan Somavia, Direttore Generale dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana.

La Santa Sede è infatti da sempre attenta alle questioni della vita sociale e in particolare al diritto fondamentale al lavoro e alle giuste ed eque condizioni che vanno assicurate ai lavoratori, come atto di servizio alla piena verità dell’uomo.

In particolare, nell’orizzonte storico apertosi con la rivoluzione industriale, la Chiesa indirizzò la propria sollecitudine pastorale verso il problema dello sfruttamento dei lavoratori e del lavoro come chiave dello sviluppo non solo economico ma anche culturale e morale. Questa prime riflessioni vennero approfondite nell’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII del 1891.

Ad essa seguirono diversi documenti, tra cui la Populorum progressio di Paolo VI, nel 1967, e le tre encicliche sociali di Giovanni Paolo II – Laborem exercens, Sollicitudo rei socialis e Centesimus annus – da cui ha avuto origine il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, curato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

Nell’ultimo Rapporto sulle tendenze mondiali del lavoro, presentato recentemente a Ginevra, l’ILO ha lanciato l’allarme sul fatto che “nel 2008 il livello di disoccupazione potrebbe arrivare al 6,1%, con cinque milioni in più di nuovi disoccupati rispetto al 2007”, con un aumento anche del lavoro precario e vulnerabile.

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Ben conscio di queste problematiche lo stesso Benedetto XVI nel messaggio inviato alla 45° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, svoltesi dal 19 al 21 ottobre 2007, aveva indicato nella precarietà lavorativa dei giovani e nella questione antropologica (rispetto della vita umana e attenzione alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna) le principali “emergenze etiche e sociali” che l’Italia si trova a dover affrontare.

Nel messaggio inviato per quella occasione il Papa aveva inoltre affermato che “quando la precarietà non permette ai giovani di costruire una loro famiglia, lo sviluppo autentico e completo della società risulta seriamente compromesso”.

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ZENIT Staff

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