Beatificata suor Giuseppina Nicoli, la “mistica della carità”

CAGLIARI, martedì, 5 febbraio 2008 (ZENIT.org).- E’ stata beatificata questa domenica nel piazzale antistante la Basilica di Nostra Signora di Bonaria di Cagliari suor Giuseppina Nicoli (1863-1924), da molti definita una “mistica della carità”.

La cerimonia è stata concelebrata dal Cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, e dal Cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, insieme ad altri 30 Vescovi e 400 sacerdoti.

Suor Giuseppina, della Congregazione delle Figlie della Carità, “ha dimostrato che vivere per Dio e in Dio significa essere veramente liberi: un messaggio di cui forse abbiamo particolarmente bisogno in un mondo che troppo spesso identifica la libertà come autoaffermazione individuale e come chiusura all’altro e al bisognoso”, ha affermato nella sua omelia il porporato portoghese, come riporta “L’Osservatore Romano”.

“Fare spazio a Dio dentro di sé e considerarsi quindi strumento e manifestazione dell’amore di Dio” è stata “la chiave della sua vita spirituale e della sua santità”, ha aggiunto.

Suor Giuseppina “si consacrò tutta al Signore” “convinta che ‘l’amore del prossimo è la misura dell’amore di Dio’, come amava ripetere, dando testimonianza dell’amore di Cristo per i poveri, gli analfabeti, gli indigenti, le cui sofferenze sollevava conducendoli sulle vie del Signore”.

Caratteristiche della religiosa, ricorda “L’Osservatore Romano”, furono “la prontezza della carità”, con cui seppe cogliere e rispondere alle nuove sfide sociali del tempo, “la speranza evangelica”, “la profondità della comunione con il Cristo eucaristico”, “la tensione evangelizzatrice”.

“La carità è stata la regola di tutti i suoi pensieri, di tutte le sue parole, di tutte le sue azioni”; “percorse un cammino di umiltà con cui cercava di nascondersi alle lusinghe e alle glorie del mondo, per ‘scomparire’ nell’amore di Cristo, e sperimentò il mistero della carità verso i poveri come atto di amore verso il Signore”.

La vita di suor Giuseppina è stata improntata a “una sempre crescente disponibilità alla grazia e una fedeltà convinta alla specifica vocazione di Figlia della Carità”.

Il suo esempio può essere quindi di stimolo per la crescita di quella “fantasia della carità” di cui parla Giovanni Paolo II nella Novo Millennio Ineunte ritenendola fondamentale perché l’annuncio del Vangelo non rischi “di essere incompreso o di affogare in quel mare di parole a cui l’odierna società della comunicazione quotidianamente ci espone. La carità delle opere assicura una forza inequivocabile alla carità delle parole” (n. 50).

In suor Giuseppina, inoltre, si realizzò pienamente l’opzione preferenziale per i poveri promossa dal Vangelo, trasformandola in una “maestra di vita” la cui lezione è ancora attuale nella nostra società.

In un’epoca in cui i giovani spesso non trovano prospettive, l’esempio della religiosa rappresenta un faro che può guidare le scelte di tanti ragazzi verso una vita vera e piena.

Non a caso, tra le istituzioni legate al nome di suor Giuseppina – che a Cagliari fu animatrice della Propagazione della fede e della sant’Infanzia e fondò il circolo di santa Teresa, primo circolo di gioventù cattolica femminile di Cagliari e primo nucleo della futura Azione cattolica femminile – c’è quella dei cosiddetti “marianelli” o “monelli di Maria”, che aveva il compito di allontanare dall’ozio e dal vagabondaggio i ragazzi di Cagliari rimasti orfani e senza assistenza.

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Suor Giuseppina morì il 31 dicembre 1924 a 61 anni. Come ha raccontato una sua consorella, “la sua morte fu la corona di una vita specchiata e la prova di una virtù praticata in modo eroico.

Le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli sono più di 22.000 al mondo, con oltre 2.600 case in 94 Paesi dei 5 continenti.

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ZENIT Staff

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