Dolore del Papa per le vittime della Thyssen-Krupp di Torino

Chiede maggiore tutela per la sicurezza dei lavoratori

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TORINO, giovedì, 13 dicembre 2007 (ZENIT.org).- Questo giovedì Papa Benedetto XVI ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio al Cardinale Severino Poletto, Arcivescovo di Torino, per il grave incidente sul lavoro nel quale hanno perso la vita quattro operai della Thyssen-Krupp di Torino.

Nel messaggio letto questo giovedì durante le esequie funebri presiedute nel Duomo di Torino dal Cardinal Poletto, il Papa esprime una “sentita partecipazione per il dolore che colpisce le famiglie e l’intera città ed auspica che venga tutelata con ogni mezzo la dignità e la sicurezza dei lavoratori”.

Alle vittime dell’incendio, divampato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre in un reparto della acciaierie, di nome Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino e Bruno Santino, si aggiungono altre tre persone che attualmente lottano in ospedale tra la vita e la morte.

Nell’omelia l’Arcivescovo di Torino ha definito questo incidente un “dramma di tutti” e un fatto “che non dovrebbe mai accadere sul posto di lavoro, dove le persone si recano per guadagnarsi il pane col sudore e la fatica per costruire un futuro sereno e più sicuro per sé e per i loro figli”.

Il Cardinal Poletto ha quindi ricordato che “i diritti dei lavoratori, come tutti gli altri diritti, si basano sulla natura della persona umana e sulla sua trascendente dignità, come il diritto alla giusta remunerazione, il diritto al riposo e soprattutto il diritto ad ambienti di lavoro ed a processi produttivi che non rechino pregiudizio alla salute fisica e specialmente alla vita dei lavoratori”.

La salute, dunque, “non può essere un prodotto da vendere in cambio di un posto di lavoro. Nessuno può cadere nel peccato di non occuparsi a sufficienza della salute dei lavoratori”.

“Ciascuno – è stato l’invito del porporato – si assuma le sue responsabilità perché questa in Italia e anche qui da noi è una nuova questione sociale, anzi di più: una nuova questione etica”.

Infatti, “la salute e la vita dei lavoratori, come di tutte le persone, sono valori primari che per nessuna ragione dovrebbero essere messi a rischio”.

Dicendosi vicino al dolore dei familiari dei defunti e invitando tutti “a prolungare ed allargare la nostra solidarietà” e ad offrire loro la giusta vicinanza di affetto e partecipazione.

“Queste persone non possono essere lasciate sole dopo che sarà passato il breve tempo delle emozioni, delle reazioni e della giusta richiesta di giustizia – ha sottolineato –. Anche e forse ancora di più in futuro le dovremo accompagnare e sostenere”.

Il porporato ha poi chiamato tutti a “un impegno serio e responsabile: mai più morti come queste, mai più lavoratori dilaniati dal fuoco come questi quattro che abbiamo portato qui in una bara”.

“Non succeda mai – ha continuato– di dover recriminare ‘dopo’ ciò che si dovrebbe sempre impedire che accada prendendo per tempo le doverose precauzioni”.

I quattro operai deceduti, ha quindi osservato, sono “autentiche vittime d’amore: sì, perché andavano al lavoro per dare una sicurezza economica” alle famiglie e “questa loro fatica quotidiana è diventata un vero sacrificio d’amore”, “pagato col prezzo altissimo della vita stessa”.

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ZENIT Staff

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