CITTA' DEL VATICANO, domenica, 16 dicembre 2007 (ZENIT.org).- L'albero e il presepio sono elementi di un patrimonio spirituale e di una religiosità da salvaguardare, sostiene Benedetto XVI.

Così ha detto il Papa nel ricevere questo sabato in udienza i pellegrini giunti dal comune di San Martin de Tor in Val Badia (Bolzano), per il dono dell'albero di Natale posto in Piazza San Pietro.

Quest'anno l'albero è offerto da cinque comuni della Val Badia – Marebbe, S. Martino in Badia, La Valle, Badia e Corvara – con il sostegno della Provincia autonoma di Bolzano.

Si tratta di un abete rosso di circa 140 anni, alto 26 metri e del peso di oltre tre tonnellate proveniente dal Trentino-Alto Adige e precisamente dai boschi della Val Badia, la Gran Ega, situata ai piedi delle Dolomiti. E' decorato con 2.000 sfere luminose e addobbi realizzati artigianalmente da volontari della Val Badia.

“Natale è festa cristiana e i suoi simboli – tra questi specialmente il presepe e l’albero addobbato di doni – costituiscono importanti riferimenti al grande mistero dell’Incarnazione e della Nascita di Gesù”, ha detto Benedetto XVI.

“Il Creatore dell’universo, facendosi bambino, è venuto tra noi per condividere il nostro umano cammino; si è fatto piccolo per entrare nel cuore dell’uomo e così rinnovarlo con la onnipotenza del suo amore”.

E' per questa ragione, ha aggiunto, che è necessario prepararsi “ad accoglierlo con fede animata da salda speranza”.

“Cari amici – ha poi continuato –, l’albero e il presepio sono elementi di quel clima tipico del Natale che fa parte del patrimonio spirituale delle nostre comunità”.

“E’ un clima soffuso di religiosità e di intimità familiare, che dobbiamo conservare anche nelle odierne società, dove talora sembrano prevalere la corsa al consumismo e la ricerca dei soli beni materiali”.

L'albete in particolare è un “significativo simbolo del Natale di Cristo, perché con le sue foglie sempre verdi richiama la vita che non muore”.

“Mantenete vive queste belle tradizioni così sentite, e impegnatevi a renderle sempre più manifestazioni di una vita cristiana autentica ed operosa”; ha quindi concluso.