Por Nieves San Martín

BARCELLONA/ROMA, mercoledì, 19 dicembre 2007 (ZENIT.org).- Il 15 dicembre si è concluso il I Congresso Internazionale di Teologia, iniziato il 13, presso la Facoltà di Teologia della Catalogna (FTC) di Barcellona (Spagna), in occasione del suo 40° anniversario, sul tema “Parola di Dio, parola su Dio”.

Il Cardinale Arcivescovo di Barcellona e gran cancelliere della Facoltà, Luís Martínez Sistach, ha chiuso i tre giorni di lavori che rappresentano anche una preparazione al Sinodo dei Vescovi che si svolgerà nell'ottobre 2008 sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa.

Il Cardinale ha ricordato l'importanza ecclesiale del Concilio Vaticano II, in particolare “il recupero della Sacra Scrittura come centro della vita della Chiesa”.

Il Concilio ha presupposto nel XX secolo “il ritorno alle fonti cristiane”, ha sottolineato il porporato commentando la costituzione conciliare “Dei Verbum”, il cui punto di partenza, ha detto, è la comunicazione che Dio fa della sua persona volendo “rivelare se stesso e porre la sua dimora in mezzo agli uomini, convivere con loro come un amico”.

“Questa è la base di ogni discorso cristiano su Dio e il suo mistero”, ha segnalato.

Il Cardinale spiega che “la Bibbia è un'opera scritta a quattro mani, tra un Dio e un uomo che hanno lavorato congiuntamente”. In essa, ha affermato, “non si trovano parole arcaiche, perse nell'archeologia letteraria dei tempi antichi, ma una Parola sempre viva ed efficace, che penetra come una spada a doppio filo, che giunge al cuore dell'essere umano e lo rinnova, invitandolo all'ascolto e all'obbedienza della fede”.

Per il porporato catalano, “fare teologia oggi comporta il prendere seriamente la sfida dell'unità delle Chiese cristiane”.

La teologia cattolica è “necessariamente ecumenica” e “il sogno di un cristianesimo articolato in piena comunione è condiviso da molti”, ha sottolineato.

Martínez Sistach ha concluso il suo intervento con questo ragionamento: “l'esistenza della Parola nella vita quotidiana della Chiesa e di ogni cristiano ricorda un fatto incommensurabile: Dio ha parlato, ha rotto il silenzio che molti penserebbero gli sia proprio e ha comunicato personalmente con un'umanità che ha sentito da sempre nostalgia del paradiso, del dialogo vicino e amico con un Dio che conversa con gli abitanti dell'Eden”.

“Il miracolo dell'incarnazione della Parola agita il cuore umano, che ora testimonia la grandezza e la profondità dell'amore di Dio. A partire da Gesù Cristo, nulla è più uguale. La Parola ha spezzato l'isolamento degli uomini, li ha avvicinati, ha donato loro il senso della fraternità, conseguenza della condizione di figli”, ha concluso il Cardinale.

Il Congresso Internazionale è iniziato con una conferenza inaugurale del teologo e Vescovo Raúl Berzosa, che ha analizzato la dimensione teologica.

Altre dimensioni affrontate, ciascuna da un esperto internazionale con risposta di un professore della FTC, sono state quella spirituale (E. Bianchi, priore della comunità di Bose, con risposta di X. Morlans); filosofica (P. Gilbert SJ, della Pontificia Università Gregoriana, con risposta di A. Marqués OSB); biblica (Th. Söding, dell'Università di Wuppertal, e membri della Commissione Teologica Internazionale, con risposta di A. Borrell OCD); ermeneutica (P. Avis, segretario del Consiglio Anglicano per l'Unità dei Cristiani di Londra, con risposta di F. Manresa SJ); estestica (P. Sequeri, con risposta di J. Fontbona).

C'è stato anche spazio per le comunicazioni e per una tavola rotonda di bilancio dei quarant'anni della costituzione “Dei Verbum”, moderata da Salvador Pié, professore della Facoltà e dell'Università Gregoriana.

La conferenza conclusiva è stata affidata al metropolita ortodosso Laurenţiu Streza di Sibiu (Romania).

 


[Traduzione di Roberta Sciamplicotti]