Cardinale Martínez Sistach: “La speranza per il Papa ha un contenuto”

BARCELLONA, giovedì, 13 dicembre 2007 (ZENIT.org).- Un’Enciclica per il dialogo di un pastore intellettuale. E’ la definizione che ha dato della “Spe salvi” il nuovo Cardinale di Barcellona, l’Arcivescovo Lluís Martínez Sistach, che invita le istituzioni cristiane universitarie a studiare il testo papale.

“Se mi è permesso esprimere un desiderio, questa Enciclica dovrebbe essere oggetto della riflessione e del dialogo nelle comunità cristiane, soprattutto in questo periodo di Avvento e anche nella prossima Quaresima”, esorta il Cardinale nella sua lettera settimanale per la domenica.

“Credo che questa lettera pontificia dovrebbe essere assunta dalle istituzioni cristiane di ambito universitario e più concretamente dalle realtà dedicate alla promozione del dialogo tra il cristianesimo e le culture attuali”, suggerisce.

“Come la ‘Deus caritas est‘, anche questa seconda Enciclica ha un’impronta molto personale di colui che per molti anni è stato professore universitario di Teologia. Papa Ratzinger si esprime nella sua doppia condizione di intellettuale e di pastore, o di pastore intellettuale”, spiega.

Per Martínez Sistach, il Pontefice, “sempre con uno stile amabile, dialogante e positivo”, “sviluppa la sua analisi sulla situazione della cultura attuale, in dialogo soprattutto con l’ambito tedesco – filosofico e teologico – al quale appartiene e che tanta influenza ha avuto in Europa”.

“Dove bisogna collocare l’intenzione e il nucleo di questa lettera?”, si chiede il neo Cardinale, che risponde poi: “Secondo me, Benedetto XVI assume ciò che ha rappresentato uno dei propositi fondamentali del suo predecessore, Giovanni Paolo II”.

“Con tutta l’energia del suo carattere di uomo d’azione, Papa Wojtyla si è proposto di rispondere alla sfida della secolarizzazione. Lo ha fatto con le sue grandi capacità e soprattutto nell’ambito dell’azione”.

“Benedetto XVI – ha aggiunto – assume questa stessa sfida, ma a un livello più profondo, in dialogo soprattutto con gli umanesimi del nostro tempo, situando il dialogo laddove, secondo alcuni, si decidono molte delle questioni più importanti della nostra epoca: al livello della visione dell’uomo, nell’ambito dell’antropologia”.

“La speranza per il Papa ha un contenuto”, sottolinea il porporato catalano, per il quale “arrivare a conoscere Dio, il Dio vero, vuol dire ricevere speranza”.

“Benedetto XVI continua in questo impegno invitando a un dialogo e a un’autocritica sia la modernità che la fede cristiana”, conclude.

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[Traduzione di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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