Cardinal Kasper: “La cattedra di Pietro è diventata un centro ecumenico”

Tutto il mondo cristiano riconosce “la promessa” nel ministero petrino

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Di Mirko Testa

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 5 dicembre 2007 (ZENIT.org).- Le diverse confessioni cristiane riconoscono il contributo vitale del “ministero petrino” al movimento ecumenico, afferma il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

Di ritorno dall’incontro con il Patriarca ecumenico Bartolomeo I a Istanbul (Turchia), per il tradizionale scambio di delegazioni in occasione della festa di Sant’Andrea apostolo (30 novembre), il porporato tedesco ha riferito a “L’Osservatore Romano” che il clima al Fanar (la sede del Patriarcato) “è stato molto disteso e amichevole”.

“Abbiamo sperimentato che non c’è soltanto il ‘documento di Ravenna’ ma anche lo ‘spirito di Ravenna’”, ha detto in riferimento al testo approvato, ad ottobre, al termine della riunione della Commissione mista di dialogo cattolico-ortodossa.

“Tutti – ha continuato – sono soddisfatti di questo documento” che costituisce un accordo tra cattolici e ortodossi su una piattaforma comune su cui fondare la discussione sul primato del Vescovo di Roma.

“Sono necessari ancora molti passi – ha poi ammesso –. La via non è facile. Ma Roma e Costantinopoli sono fermamente decise ad andare avanti nel dialogo. Speriamo, con l’aiuto di Dio, di poter ricomporre alla fine la piena comunione”.

A questo proposito il Cardinale Kasper ha detto che si incontrerà con il Metropolita Kyrill, Direttore del Dipartimento dei Rapporti Esteri con le Chiese del Patriarcato di Mosca (seconda autorità dopo il Patriarca Alessio II), in visita a Roma dal 5 all’8 dicembre in occasione della festa patronale della parrocchia ortodossa russa di santa Caterina d’Alessandria.

L’incontro servirà in primo luogo a superare l’impasse venutasi a creare a Ravenna dopo che la delegazione del Patriarcato di Mosca si è ritirata dall’incontro in segno di protesta contro la partecipazione all’evento dei membri della cosiddetta Chiesa apostolica estone, creata nel 1996 in Estonia dal Patriarcato di Costantinopoli e da questo dichiarata “autonoma” (uno statuto che non viene riconosciuto dal Patriarcato moscovita).

Il tentativo di distensione nel dialogo è fatto anche in vista della prossima Plenaria della Commissione mista cattolico-ortodossa, che si riunirà nell’ autunno 2009 per riflettere su “Il ruolo del Vescovo di Roma nella comunione della Chiesa nel primo millennio”.

Lo stesso Benedetto XVI ha espresso l’auspicio di una piena partecipazione del Patriarcato di Mosca a questo incontro nel messaggio fatto pervenire a Bartolomeo I per la festa di sant’Andrea.

Da parte sua, il porporato tedesco ha detto di aver “insistito molto” nelle conversazioni private che ha avuto con Bartolomeo I e al Patriarcato di Costantinopoli: “Mi hanno risposto di essere d’accordo e si sono detti convinti che non serve a nulla una divisione nell’ortodossia”.

Secondo il Cardinale Kasper, due sono gli apetti che caratterizzano attualmente i rapporti tra cattolici e ortodossi: “Innanzitutto cresce sempre più l’amicizia tra noi”; “in secondo luogo c’è la precisa volontà di tutte le parti in causa, perché sappiamo bene che l’unità della Chiesa è un mandato di Gesù stesso”.

Circa i temi toccati durante le conversazioni a Istanbul, il porporato ha accennato alla questione del ruolo del Vescovo di Roma nella comunione di tutte le Chiese: “La parte ortodossa dice che c’è un primato anche a livello universale: questo non vuol dire che abbiamo già risolto tutto”.

Tuttavia il Cardinale Kasper ha detto di aver “l’impressione che tutti nella cristianità sentano la promessa che ha in sè il ministero petrino: la cattedra di Pietro, che presiede nell’amore e nella carità, è diventata un centro ecumenico”.

“Tutti hanno l’impressione che c’è un carisma di unità di cui abbiamo bisogno in questo mondo globalizzato. Si dice che ‘tutte le strade portano a Roma’: in un certo senso questo adagio vale anche a livello spirituale”.

“Tutti guardano a Roma, al Papa, che in certi casi è già adesso il portavoce della cristianità. Quanti vogliono un po’ frenare il movimento ecumenico non vedono abbastanza questo aspetto molto positivo non solo per la Chiesa cattolica, ma per la cristianità, per la pace e la riconciliazione”, ha poi aggiunto.

Il 30 novembre, nel presentare invece il messaggio di Benedetto XVI, durante una celebrazione tenutasi nella Cattedrale di San Giorgio al Fanar, il Cardinale Kasper ha ammesso che il cammino verso la piena unità visibile dei cristiani “può ancora essere impervio e difficile”.

“Tuttavia – ha aggiunto –, nel frattempo, sperimentiamo nuovamente con gratitudine che la nostra speranza e il nostro desiderio di piena comunione non sono vuoti auspici”.

“Sì, l’unità di tutti i discepoli di Cristo è necessaria se dobbiamo offrire la comune testimonianza cristiana di non violenza, tolleranza, rispetto reciproco, giustizia e pace, di cui il nostro mondo ha tanto bisogno”.

“È già una grande benedizione l’essere desiderosi di cooperare al raggiungimento di questo sacro obiettivo e per il bene di tutta l’umanità”, ha poi concluso.

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ZENIT Staff

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