CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 30 novembre 2007 (ZENIT.org).- L’islam e la Chiesa cattolica potrebbero instaurare una dialogo “molto fecondo” della cultura, della carità e della spiritualità, afferma il Cardinale Jean-Louis Tauran, dal primo settembre alla guida del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
Così ha detto il porporato al quotidiano “Avvenire” (30 novembre 2007), all’indomani della pubblicazione della lettera di risposta di Benedetto XVI ai 138 intellettuali e muftì musulmani, autori di una lettera aperta al Papa e ai diversi capi delle Chiese e confessioni cristiane.
Nell’intervista il Cardinale francese ha espresso soddisfazione per lo stato di avanzamento del dialogo tra la Chiesa cattolica e il mondo islamico, pur esprimendo qualche riserva sul dibattito più propriamente teologico.
Tuttavia, ha tenuto ad aggiungere, “insieme con l’islam possiamo certamente contribuire alla salvaguardia di alcuni valori, come la sacralità della vita umana, la dignità della famiglia e la promozione della pace”.
Il Cardinal Tauran ha poi parlato delle necessità di una comprensione reciproca per un reciproco arricchimento: “Noi possiamo apprezzare nei musulmani la dimensione della trascendenza di Dio, il valore della preghiera e del digiuno, il coraggio di testimoniare la propria fede nella vita pubblica”.
“Da noi invece i musulmani possono imparare il valore di una sana laicità”, ha aggiunto.
In merito, invece, alla questione del diritto alla libertà religiosa – ha poi precisato – , “permangono notevoli differenze”, accennate anche nella lettera di risposta di Benedetto XVI a firma del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato.
“Il processo avviato da questo scambio di lettere, e la fiducia reciproca che sembra essersi stabilita, certamente potrà contribuire almeno a far discutere dell’argomento. Ma sarà, credo, un processo lungo”, ha constatato.
“La Chiesa cattolica, con il documento del Concilio Vaticano II Dignitatis Humanae, ha riscoperto il principio che nessun uomo può essere costretto o impedito a praticare una religione – ha ricordato il porporato –. L’auspicio è che anche l’islam riscopra fattivamente questo principio”.
Circa la possibilità di introdurre nel dialogo con l’islam il principio della reciprocità, il porporato ha detto che “ciò che è buono per i credenti di una religione deve esserlo anche per i seguaci di un’altra”.
“Così – ha aggiunto –, se i musulmani hanno avuto giustamente una grande e bella moschea a Roma, è altrettanto necessario che i cristiani abbiano la possibilità di avere una chiesa a Riad”.
“Ma questo principio della reciprocità può essere efficacemente difeso grazie al dialogo diplomatico della Santa Sede con i governi dei Paesi a maggioranza islamica”, ha ricordato poi.
Infine il Cardinal Tauran ha spiegato che al contrario non è possibile alcun dialogo con l’islam “che predica e pratica il terrorismo, che non è islam autentico ma una perversione dell’islam”.