Di Antonio Gaspari
ROMA, mercoledì, 28 novembre 2007 (ZENIT.org).- Il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, “Avvenire”, ha lanciato un appello per “la sospensione dell’utilizzo degli embrioni umani nei laboratori europei”.
In un editoriale a firma di Eugenia Roccella, pubblicato il 21 novembre in prima pagina, si legge: “Il presidente del Consiglio Romano Prodi, insieme al suo Governo, si è meritoriamente adoperato per la moratoria sulla pena di morte nel mondo, mettendo in gioco il peso dell’Italia. Gli chiediamo di farlo anche per sospendere, nella civile e democratica Europa, l’inutile condanna degli embrioni umani”.
Prendendo spunto dalle ultime scoperte nel campo delle staminali, la Roccella ha lanciato la proposta di “una moratoria europea, che permetta di sospendere per 5 anni la distruzione di embrioni umani. Nel frattempo, i laboratori possono usare le linee cellulari esistenti, senza dover interrompere gli studi già intrapresi e finanziati dall’ultimo programma quadro”.
“Basta con la catena di smontaggio degli embrioni, con la creazione di esseri umani destinati ad essere vivisezionati entro il quattordicesimo giorno – ha scritto la Roccella –. Diamo tempo alle nuove tecniche di svilupparsi e dimostrare la propria validità, e cominciamo a utilizzare anche nel campo dell’umano quel principio di precauzione così spesso invocato dagli ambientalisti”.
L’appello è stato subito recepito dall’Associazione “Scienza & Vita”. I suoi Presidenti, la bioeticista Maria Luisa di Pietro e il genetista Bruno Dallapiccola, hanno infatti lanciato una mobilitazione di tutte le proprie associazioni sparse sul territorio nazionale, perché la proposta di moratoria europea sulla distruzione di embrioni umani venga condivisa e sottoscritta da una larga rappresentanza dell’opinione pubblica italiana.
Anche i professori Giovanni Neri, Direttore dell’Istituto di genetica medica all’Università Cattolica di Roma, Ornella Parolini, Direttore del Centro di ricerca “Eugenia Menni” della Fondazione Poliambulanza di Brescia, e Paolo De Coppi, autore della scoperta delle cellule staminali nel liquido amniotico e primario chirurgo al Great Ormond Street di Londra, hanno subito aderito all’appello.
Inoltre i parlamentari Paola Binetti e Luca Volontè, rispettivamente al Senato e alla Camera, hanno presentato una mozione in cui chiedono al Governo di prendere posizione per “bloccare la distruzione di embrioni praticata nei laboratori europei”.