ROMA, martedì, 13 novembre 2007 (ZENIT.org).- Scienza & Vita e il Movimento per la Vita lanciano l’allarme per impedire la commercializzazione della pillola abortiva Ru 486, chiamata dagli attivisti pro-vita “aspirina di Erode”.
Ha destato molto scalpore la notizia secondo cui dal 7 novembre sarebbe all’esame dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) la documentazione necessaria per la richiesta di autorizzazione in Italia della Ru486.
La notizia è stata confermata da Catherine Denicourt, responsabile farmaceutico dell’azienda produttrice del medicinale, la “Exelgyn Laboratoires”. Secondo la portavoce dell’industria francese, la data di conclusione della procedura e il rispettivo via libera alla commercializzazione avverranno il 19 febbraio 2008.
Dopo quella data, la Ru486 dovrebbe essere disponibile in Italia, come alternativa all’aborto chirurgico. La richiesta di commercializzazione sarà valutata dall’Aifa in base alla procedura di mutuo riconoscimento prevista dalle norme europee: essendo la Ru 486 già disponibile in altri Paesi dell’UE, non sarà necessario effettuare nuovi studi sull’efficacia del medicinale.
In una dichiarazione rilasciata a ZENIT, Carlo Casini – presidente del Movimento per la Vita – ha espresso dolore e rammarico nel “constatare che tante energie intellettuali ed economiche sono usate per sopprimere la vita anziché per evitare la morte dei più piccoli e più poveri tra gli esseri umani”.
In un comunicato recapitato a ZENIT, l’associazione Scienza & Vita ha affermato che “gli abortisti vogliono la pillola Ru 486” ma “non parlano dei pericoli per le donne”. Sono infatti almeno 15, nei soli Stati Uniti, le donne morte a causa di eventi provocati dalla Ru 486.
“Con questo farmaco – avverte Scienza & Vita – la scelta dell’aborto viene banalizzata al punto da essere ridotta ad una ‘pillola’ e svuotata delle sue implicazioni etiche e delle ricadute psicologiche”.
“Una pillola che – continua il comunicato – comporta anche dei rischi gravi per la salute della donna”. A questo proposito si ricorda che “la Ru 486 può causare la morte delle donne: 10 volte più che l’aborto chirurgico. Questa valutazione ha già ha portato alcuni Paesi a ripensare al suo utilizzo”.
“Non va poi sottovalutato – prosegue l’Associazione – che viene tradito lo stesso dettato della Legge 194/78. Con questa scelta non solo si manomette la legge 194, proponendo di fatto un ‘aborto chimico’ non previsto da norme vigenti comunque ingiuste, ma addirittura si vanifica quell’opera di prevenzione che comunque la legge prevede”.
Intervistato da ZENIT, Domenico delle Foglie, portavoce dell’associazione Scienza & Vita, si è chiesto quanto già pubblicato da Eugenia Roccella su “Avvenire”, e cioè “ chi protegge la pillola Ru 486?”.
In un editoriale pubblicato sul quotidiano dei Vescovi italiani l’8 novembre, Eugenia Roccella – già portavoce del Family Day – ha rivelato che la Exelgin è cosciente della pericolosità della pillola, tant’è che “la ditta francese non ha mai voluto commercializzare la Ru 486 in America, nonostante l’allora presidente Bill Clinton l’abbia pregata insistentemente di farlo”, per timore delle eventuali denunce e dei danni da pagare.
La Roccella sostiene che “dall’apertura degli archivi Clinton, e dalle lettere di risposta inviate al Presidente americano dalla Exelgyn, si afferma chiaramente che l’azienda francese sarebbe entrata nel mercato USA solo se l’amministrazione Clinton le avesse garantito una sorta di immunità giudiziaria”.
Non potendo Clinton garantire l’immunità, “la ditta ha preferito regalare il brevetto a un’organizzazione antinatalista americana, sottraendosi così a ogni responsabilità legale” .