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Reverendissimo Padre Abate,
grato per l’invito rivoltomi e non potendo purtroppo intervenire come avevo preventivato al 2° Convegno “Bernardo di Clairvaux”, organizzato da codesta Abbazia e dalla Pontificia Università San Tommaso, sono lieto di far pervenire con il presente messaggio il beneaugurante saluto del Santo Padre Benedetto XVI alle Autorità, ai relatori e a tutti i convenuti.
Il tema del Convegno – “Attualità di un messaggio e di un’esperienza” – offre l’opportunità di riflettere sul ruolo svolto da San Bernardo nella sua epoca, quando l’Europa stava entrando in una fase importante della sua storia ed il pensiero filosofico stava mutando l’attenzione nei confronti dell’uomo. Con la sua autorevole parola, Bernardo di Chiaravalle ha posto bene in luce la radice del vero umanesimo cristiano, fondato sulla dignità dell’uomo, che si manifesta nella creazione e nella redenzione.
Volendo mettere in rilievo l’attualità del messaggio di San Bernardo per l’uomo di oggi, che è assetato di veri fondamenti spirituali talora persino inconsapevolmente, giova ricordare l’intimo nesso esistente nel pensiero e nella vita di questo grande Dottore della Chiesa, tra la ricerca della verità e l’esercizio dell’umiltà, ed insieme il triplice amore, al centro della spiritualità cistercense, per Dio, per se stessi e per il prossimo.
San Bernardo insegna che la conoscenza della verità su se stessi, sul prossimo e su Dio procede di pari grado con lo sviluppo di un triplice amore nel cuore umano. L’uomo, quando rientra in sé e si converte, sente il bisogno di ricambiare l’amore di Dio, totalmente manifestatosi in Cristo, ed è spinto ad imitarne a sua volta l’amore misericordioso, amando tutti gli uomini.
Singolarmente attuale è pure l’intuizione profonda di colui che qualcuno ha definito “ultimo Padre della Chiesa non inferiore ai primi” concernente l’unione tra azione e contemplazione: la contemplazione non è puro esercizio dell’intelletto, bensì vera pratica dell’amore verso Dio. E l’azione, a sua volta, non è semplice prassi, ma contemplazione dell’immagine di Dio presente nei fratelli da amare e servire, anzi da amare servendoli.
Le illuminazioni ricevute nell’esperienza contemplativa, insegna San Bernardo, sono così elevate da non poter divenire oggetto di predicazione: vanno allora offerte a Dio per il bene dei fratelli. Ai monaci, in particolare, egli ricorda che la loro vita, in forza della professione monastica, non può consistere soltanto in un esercizio privato di spiritualità, ma è missione e servizio ecclesiale da compiere a vantaggio di tutto il Popolo di Dio e dell’intera umanità.
Sua Santità auspica di cuore che quanti si ispirano al grande Santo di Chiaravalle possano continuare sulla sua stessa scia, sì da essere per gli uomini di questo tempo testimonianza credibile del fatto che non possiamo vivere senza Dio.
Il primato della contemplazione, che orienta tutta la vita monastica, incoraggi ogni monaco a subordinare qualsiasi interesse ed attività all’amicizia con il Signore, dalla quale sgorga l’impegno a coltivare un’autentica carità fraterna. Quanto ha bisogno il nostro mondo di una simile testimonianza! Possa il vostro incontro contribuire a diffondere ancor più nella Chiesa il messaggio di San Bernardo, insigne per santità e per zelo, cantore ammirabile di Maria, Vergine Madre. Mediatore nella Chiesa di concordia, di unità e di pace, egli interceda per ogni Comunità perché sia fucina di ardente fervore evangelico.
Mentre assicuro la mia spirituale partecipazione, ben volentieri trasmetto la Benedizione di Sua Santità a Lei ed a tutti i partecipanti a così significativo incontro, ed unisco il mio cordiale saluto.