“La vita consacrata è una scelta di libertà”, afferma in un’intervista concessa questo giovedì all’edizione italiana de “L’Osservatore Romano”, quotidiano della Santa Sede.
“Perché san Francesco ha scelto questa strada?”, chiede il porporato sloveno, e risponde: “Per essere libero. Non ha fatto una scelta nichilista, ma una scelta di libertà”.
Secondo il Cardinale, chiamato a questa carica da Giovanni Paolo II nel 2004, “in una società dove la castità nel celibato è un ideale possibile, anche il matrimonio e la sessualità vengono liberati”.
“Sono convinto – confessa – che la castità liberi la sessualità, anche quella delle persone sposate”.
Davanti al secolarismo che sembra aver provocato una profonda crisi nella vita consacrata in alcune parti del mondo, il Cardinal Rodé presenta come risposta il “magistero quotidiano” di Benedetto XVI, “le cui ‘parole d’ordine’ sono libertà, gioia, bellezza, speranza”.
Oggi i consacrati “sono soprattutto gli uomini e le donne della speranza”, perché “incarnano una dimensione che spesso l’umanità di oggi non ha più il senso della trascendenza, dell’eternità”, ha osservato.