Abusi, rituali e crimini del satanismo

Il 78% dei giovani adolescenti è entrato in contatto con materiale satanico

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ROMA, venerdì, 9 novembre 2007 (ZENIT.org).- In maniera paradossale, soprattutto nelle società industrialmente avanzate cresce una certa cultura e pratica dell’occulto, che genera azioni violente associate a rituali che culminano anche con l’assassinio e il suicidio.

Nonostante le denunce nei confronti della cultura nichilista, le forze dell’ordine registrano una crescita di persone che si dicono appartenenti a sette che adorano Satana.

Perché le sette sataniche hanno una tale diffusione? Perché le persone sono affascinate così tanto dall’oscuro mondo del male?

Per rispondere a queste domande, il prof. Tonino Cantelmi, Presidente dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici e Direttore dell’Istituto di Terapia Cognitivo-Interpersonale di Roma, e Cristina Cacace, psicologa clinica dell’Istituto di Terapia Cognitivo-Interpersonale – IFO hanno pubblicato il libro “Il libro nero del satanismo. Abusi, rituali e crimini” (San Paolo Edizioni, 197 pagine, 12 Euro).

I due autori hanno svolto una ricerca a tutto campo nel mondo del satanismo, analizzando il senso religioso dell’uomo di oggi e i bisogni umani, spesso frustrati dalla corsa al possesso, alla felicità e al successo. Il libro propone un percorso terapeutico che aiuti coloro che si sono smarriti nel satanismo a ritrovare se stessi.

Per conoscere i risultati di questa ricerca, ZENIT ha intervistato Cristina Cacace.

Quanto c’è di vero nella possessione satanica che molti, troppi giovani, lamentano?

Cacace: Casi di possessione satanica accertati rappresentano una piccolissima parte rispetto a quelli denunciati. Ciò che ci allarma di più invece è il gran numero di giovani che si accosta al satanismo, un culto estremamente distruttivo che si diffonde facendo leva sulle debolezze e le fragilità dell’uomo di oggi.

E’ vero che diversi fenomeni culturali, gruppi rock, letteratura esoterica, giochi di ruolo, carte per bambini, ecc. favoriscono una iniziazione dei giovani alla pratica dell’occulto? Quanto è vasto questo fenomeno? Ci sono statistiche in proposito?

Cacace: Sicuramente negli ultimi anni diversi fenomeni culturali hanno favorito la divulgazione di tematiche legate al satanismo e all’occultismo, ma è anche vero che lo sviluppo tecnologico ha reso tutto più accessibile.

Per fare un esempio, mentre in passato un adolescente incuriosito si limitava a fare qualche seduta spiritica insieme agli amici, oggi invece si collega ad Internet e digitando la parola “satanismo” può accedere direttamente ai siti delle sette sataniche, dai quali può scaricare informazioni o acquistare materiale che gli consentono di diventare un satanista.

Se poi consideriamo che l’adolescenza è un periodo dello sviluppo di per sé caratterizzato non solo da una notevole instabilità affettiva, ma anche dalla curiosità per tutto ciò che è misterioso e da forti sentimenti di ribellione, diventa evidente perché un culto come il satanismo possa essere così attraente per molti giovani.

Esso infatti incoraggia tutto ciò che è naturale nello sviluppo adolescenziale, la ribellione, la sfida e l’unicità dell’individuo, ignorando però tutti i confini ed i valori relazionali, sociali e religiosi. Se mettiamo insieme solo questi fattori, che rappresentano peraltro una piccolissima parte di un fenomeno assai più vasto e complesso, ci rendiamo subito conto di come sia possibile che la maggioranza degli adolescenti si interessi ad esoterismo, magia, occultismo e rituali.

Una ricerca che abbiamo effettuato somministrando un questionario da compilare in forma anonima a circa 400 adolescenti ha fornito dei dati a dir poco allarmanti: il 78% degli adolescenti è venuto in contatto con materiale satanico, soprattutto attraverso musica (44%), film (28%), libri (21%) e siti internet (14%). Le cause dell’epidemia satanica nascono dal fatto che il 54% dei giovani è incuriosito dal satanismo ed il 34% affascinato.

Ciò però non significa che tutti questi giovani diventano poi satanisti, ma sicuramente una tale accessibilità favorisce il reclutamento di nuovi adepti e la fondazione di nuove sette, soprattutto in quei casi di particolare vulnerabilità psicologica.

Quale altra cultura può essere proposta ai giovani come alternativa all’edonismo nichilismo dominante?

Cacace: Sicuramente un buon antidoto è rappresentato dalla cultura della relazione e del rispetto, di sé oltre che dell’altro. Spesso, invece, i giovani sono abbandonati a se stessi e vengono lasciati da soli ad affrontare le piccole, grandi difficoltà che incontrano durante il proprio percorso di crescita.

Qual è lo scopo del libro pubblicato? Si accontenta della denuncia oppure propone una prevenzione e una cultura cristiana alternativa al nichilismo?

Cacace: Lo scopo del libro è innanzitutto quello di mettere alla luce del sole un fenomeno molto diffuso che per anni è rimasto nell’oscurità e poi quello di creare uno spazio di riflessione più maturo. Infatti, prevenire significa innanzitutto conoscere e conoscere ci permette di scegliere con maggiore consapevolezza.

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ZENIT Staff

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