Australia: i Vescovi propongono otto settori chiave per gli elettori

In vista delle elezioni del Parlamento del 24 novembre

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MELBOURNE, lunedì, 29 ottobre 2007 (ZENIT.org).- I Vescovi australiani esortano i cittadini ad andare alle urne e a “far prevalere il bene comune” sui loro interessi individuali.

I presuli incoraggiano i cattolici “a prendere seriamente le loro libertà democratiche e a coinvolgersi nel processo politico”, mentre la Nazione si prepara per le elezioni del Parlamento federale del 24 novembre.

La dichiarazione dei Vescovi australiani, emessa la settimana scorsa, ha richiamato l’attenzione su otto settori-chiave da sottoporre all’attenzione dei votanti: vita, famiglia, popolazioni indigene, educazione, salute, ambiente, immigrazione e rifugiati, pace.

“Il rispetto per la vita e la promozione dell’inerente dignità della persona sono la base di ciò che è umano”, scrivono. “Ogni vita umana deve essere rispettata, soprattutto la più vulnerabile, inclusi i non nati, i malati e gli anziani, i disabili e le comunità devastate dalla povertà, dagli abusi, dalla carestia o dalla guerra”.

I Vescovi hanno espresso il proprio apprezzamento per “il crescente consenso sul fatto che il livello di aborti è profondamente preoccupante” e hanno aggiunto che “il rispetto per la vita umana richiede anche una vigilanza costante per assicurare che l’eutanasia e il suicidio assistito non vengano mai legalizzati in Australia”.

“Le questioni più profonde sono sollevate dalla creazione e dalla deliberata distruzione di embrioni umani per la ricerca sulle cellule staminali. La Chiesa cattolica non si oppone alla ricerca sulle staminali. Al contrario, sosteniamo con vigore la ricerca sulle cellule staminali adulte, così come su quelle derivate dal sangue del cordone ombelicale. La Chiesa sostiene la ricerca etica sulle cellule staminali attraverso i suoi istituti di ricerca, i servizi sanitari, gli ospedali e i professionisti del settore sanitario”, aggiungono.

Ridurre la pressione

“In un momento in cui la vita familiare è oggetto di una pressione senza precedenti, le famiglie devono essere sostenute in ogni modo possibile. Devono esserci un riconoscimento legale della natura unica del matrimonio tra un uomo e un donna, e la giusta protezione dei diritti dei figli. Le tasse e le reti di sostegno a livello di servizi sociali dovrebbero essere volti a rafforzare le famiglie e a ridurre la pressione su di loro”.

I Vescovi hanno affermato che le popolazioni indigene dovrebbero essere adeguatamente rappresentate nel processo di governo, “di modo che i primi popoli dell’Australia possano essere ascoltati e le loro speranze e aspirazioni perseguite come priorità nazionale”.

Sottolineando il ruolo della Chiesa nell’educare gli Australiani, i presuli hanno osservato che i “modelli di finanziamento devono essere giusti, aperti e trasparenti, riflettendo accuratamente i contributi del Commonwealth, degli Stati e quelli privati. Non ci dovrebbero essere barriere all’educazione a causa dell’impossibilità di pagarla”.

Allo stesso modo, hanno insistito sul fatto che ogni persona ha diritto all’assistenza sanitaria. “E’ necessaria una riforma significativa per assicurare che le famiglie conservino la loro capacità di ottenere un’assistenza sanitaria di base. Senza una riforma di questo tipo, che coinvolga sia il Commonwealth che gli Stati, Medicare non potrà stare al passo con il progressivo aumento delle spese e delle parcelle”.

Difendere l’acqua

I Vescovi hanno anche fatto riferimento alla siccità che continua a flagellare l’Australia e hanno chiesto politiche governative per salvaguardare le riserve idriche.

Circa gli immigrati e i rifugiati, hanno detto di credere che “tutti coloro che chiedono asilo, indipendentemente dal modo in cui arrivano in Australia, dovrebbero vedere le loro richieste evase in Australia, in base alle convenzioni internazionali. Le richieste dovrebbero essere analizzate il prima possibile, assicurando che le persone non trascorrano lunghi periodi in stato di reclusione. Coloro che vengono riconosciuti come rifugiati dovrebbero ricevere visti permanenti che permettano loro di accedere ai servizi governativi e all’impiego, dando loro la sicurezza di cui hanno bisogno per costruire una nuova vita in Australia”.

I presuli australiani chiedono infine la pace mondiale, affermando che “non rientra nei piani di Dio opporsi alla violenza con maggiore violenza. […] Sosteniamo gli sforzi per costruire una cultura della pace promuovendo politiche di aiuto all’estero che diano accesso all’alimentazione adeguata, alla salute, all’alloggio e all’istruzione”.

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ZENIT Staff

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