CHETUMAL, lunedì, 22 ottobre 2007 (ZENIT.org).- Cinquant’anni di sacerdozio missionario, di cui 35 passati come Vescovo tra le popolazioni di maggioranza maya nello Stato messicano di Quintana Roo. Potrebbe essere sintetizzata così la vita di monsignor Jorge Bernal Vargas.
Nato il 28 febbraio 1928 a Tepeyahualco, nel Tlaxcala (Messico), è stato ordinato sacerdote il 15 settembre del 1957 a Lourdes, in Francia, uno tra i primi sacerdoti della nascente Congregazione dei Legionari di Cristo.
Il 16 luglio 1970 Papa Paolo VI lo ha nominato amministratore apostolico della Prelatura di Chetumal, nel sud-est del Messico, e il 7 dicembre 1973 lo ha scelto come Vescovo titolare di Velefi e prelato di Chetumal.
Attualmente è Vescovo emerito, ma continua a lavorare come missionario a Chetumal, dove ha concesso questa intervista a ZENIT.
Com’era la Prelatura quando è stata costituita e affidata da Papa Paolo VI ai Legionari di Cristo nel 1970 e com’è adesso? Quali cambiamenti si sono verificati?
Monsignor Jorge Bernal: Quando sono arrivato la prima volta ero accompagnato dai Vescovi dello Yucatan e di Campeche, che avevano la competenza sul luogo. Erano comunità molto piccole e le abbiamo percorse da Mérida fino a Chetumal. C’era gente molto gentile che ci accoglieva con grande entusiasmo, anche perché alla guida della comitiva c’era l’Arcivescovo Pio Gaspari, delegato apostolico di Sua Santità in Messico.
Le comunità avevano un grande fervore religioso, seminato da alcuni missionari della Congregazione Maryknoll che erano stati i primi a riprendere l’evangelizzazione dopo i disordini provocati dalla cosiddetta “guerra delle caste” del secolo XIX. Si contavano circa 88.000 abitanti, che dovevano essere accuditi da me e da altri sei sacerdoti legionari di Cristo, radunati in comunità molto piccole e disperse in un territorio di circa 50.000 chilometri quadrati.
Adesso c’è più di un milione e 200 mila abitanti, in gran parte immigrati da altri Stati e Paesi. Noi siamo già più di 53 sacerdoti, con più di 360 parrocchie e cappelle che abbiamo potuto costruire in questi anni.
Perché è così importante il lavoro di evangelizzazione in questa zona del Messico in cui esiste un mosaico di contesti, dal forte sviluppo turistico alle comunità maya più emarginate?
Monsignor Jorge Bernal: Noi stiamo evangelizzando tutti i settori, in modo speciale diamo attenzione ai dipendenti e a quelli che sono al servizio delle popolazioni, che in maggioranza sono di origine maya. Cerchiamo di fare in modo che la gente che arriva a Cancun e negli altri territori trovi un ambiente cattolico, cristiano. Cerchiamo ad esempio di offrire la Messa nelle cappelle di alcuni hotel e impartiamo i sacramenti.
Che tipo di lavoro svolgete per le comunità maya?
Monsignor Jorge Bernal: Nella zona maya e nelle colonie si lavora attraverso le parrocchie, attraverso le diverse aree della pastorale, con l’appoggio di sacerdoti Legionari di Cristo, alcuni francescani, mercedari e diocesani, catechisti e movimenti cattolici come gli Evangelizzatori a tempo pieno, Legione di Maria, Adorazione notturna, Servitori della Parola, Gioventù e Famiglia missionaria, Movimento familiare cristiano, Movimento Regnum Christi e molti altri che lavorano sodo nella zona della selva maya per sostenere la popolazione più bisognosa che versa in condizioni molto difficili.
Che messaggio personale vuole dare in questi giorni in cui celebra i 50 anni al servizio della Chiesa?
Monsignor Jorge Bernal: Sono molte le emozioni e i pensieri vissuti in questi 50 anni di sacerdozio, ma la cosa più importante è l’amore per Gesù Cristo Nostro Signore: imitarlo, amarlo, fare ciò che Lui ha fatto qui sulla terra. Questo è ciò che noi abbiamo cercato di fare. Per questo è anche molto importante prepararsi, prepararsi sempre per essere più efficace e poter servire meglio.
Cosa vorrebbe dire o chiedere a Dio in questa tappa della sua vita?
Monsignor Jorge Bernal: A Dio Nostro Signore rendo grazie per avermi dato la vocazione, per avermi concesso il dono del sacerdozio e di averlo potuto aiutare nella missione della salvezza delle anime. Gli chiedo che mi conceda la grazia della fedeltà per continuare a lavorare finché Dio Nostro Signore vorrà, e gli chiedo anche perdono per le mancanze.
Prego Dio anche per il nostro fondatore, padre Marcial Maciel, che tanto ha lavorato per noi, per la nostra formazione, perché potessimo frequentare le università e fossimo sacerdoti ben istruiti sia nel campo accademico che in quello spirituale. Egli ha lavorato, lottato e ha sacrificato la sua vita per formare sacerdoti e compiere la missione che Dio gli aveva affidato e che gli è costata spesso molta sofferenza.