Di Mirko Testa
CITTA’ DEL VATICANO/NAPOLI, lunedì, 15 ottobre 2007 (ZENIT.org).- La visita del Papa a Napoli servirà a fugare il senso di smarrimento nei tanti problemi sociali e permetterà di rilanciare una pastorale incentrata sulla persona umana, afferma il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo della città partenopea.
Accogliendo l’invito del Cardinal Sepe, Benedetto XVI realizzerà una visita pastorale nel capoluogo campano domenica 21 ottobre, quando la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale e che coincide con l'apertura del XXI Incontro internazionale interreligioso per la pace, promosso dalla comunità di Sant'Egidio.
In quei giorni, la città partenopea ospiterà almeno 300 leader di diverse religioni, provenienti da una settantina di Paesi, che prenderanno parte alle tavole rotonde e alle altre iniziative in programma per il Meeting interreligioso, voluto 21 anni fa da Giovanni Paolo II e svoltosi per la prima volta ad Assisi.
“La presenza di Benedetto XVI, il suo incoraggiamento, ci aiuterà a trasformare le nostre potenze in energia, ad individuare un percorso originale al quale affidare il futuro della nostra città”, ha detto il porporato in un’intervista concessa al quotidiano vaticano “L'Osservatore Romano” (14 ottobre 2007).
Il Papa visiterà nel pomeriggio del 21 ottobre la Cattedrale della città e in particolare la Cappella del Tesoro di San Gennaro, per pregare davanti alle spoglie di questo Santo martire che a Napoli gode di un fervido culto, come “atto di omaggio verso la storia di fede e la devozione del nostro popolo”, ha detto il porporato.
Per favorire la preparazione di questo evento, i diversi uffici della diocesi hanno pensato ad un sussidio, mentre sono stati programmati incontri settimanali di catechesi biblica per studiare le tematiche legate al primato petrino e alla comunione della Chiesa con il Vicario di Cristo. Sono stati anche organizzati convegni sul significato e l'importanza della visita papale.
Tra gli obiettivi pastorali proposti, il porporato ha sottolineato la necessità di approfondire “la forma pastorale della nostra fede”, “a partire dalla centralità delle persona umana”.
Questo perché la visita sarà “un'occasione missionaria unica e di grande portata [...] per un'evangelizzazione a larga scala, per arginare i tanti problemi presenti: la piaga della disoccupazione e del lavoro nero, la criminalità organizzata che condiziona l'attività imprenditoriale; l'individualismo e il familismo esasperato, che prova a risolvere in proprio mali comuni, l'illegalità diffusa a vari livelli”.
Circa il rapporto tra la Chiesa e i giovani, protagonisti tra l'altro della preparazione spirituale alla visita del Papa, il Cardinal Sepe ha sottolineato l'urgenza di dare ai giovani “una formazione umana e spirituale”, e in questo progetto vanno inseriti gli sforzi per “far nascere un oratorio in ogni parrocchia” e la “collaborazione con le istituzioni nel realizzare laboratori di informatica nei quartieri più difficili”.
“I giovani sono il nostro futuro e sono quelli che potranno trarre dall'incontro con Benedetto XVI i migliori frutti spirituali”, ha aggiunto.
Per questa ragione, è stata organizzata alla vigilia una Veglia di preghiera, con canti, musica, ma anche momenti di testimonianza e riflessione, denominata “Di piazza in piazza...lo annuncio a te”, che si svolgerà in una delle zone periferiche della città, nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Ponticelli.
In merito alle problematiche sociali che tormentano Napoli, il porporato ha levato la propria voce contro chi, ricorrendo alle armi per sopraffare e uccidere, “svela solo la sua tragica impotenza, l'incapacità di incidere per se stesso, di farsi strada contando sulla proprie forze”, e “una sua sconfitta preventiva”.
Eletto poco più di un anno fa Arcivescovo di Napoli, il Cardinal Sepe ha ricordato di aver voluto far ingresso nella diocesi partendo da Scampia, uno dei quartieri più degradati e problematici, teatro anche della faida fra gruppi camorristici, per “lanciare un segnale di speranza, chiaro ed inequivocabile, per superare ogni possibile forma di avvilimento e scoraggiamento”.
E allo stesso tempo, ha aggiunto, per suscitare “quelle condizioni necessarie per il riscatto e la riqualificazione del territorio, facendo emergere tutte quelle energie e risorse, talvolta inespresse e mortificate, ma che costituiscono la vera anima del popolo napoletano”.
Proprio in questo contesto sono tante le iniziative e i progetti avviati in favore dei minori a rischio, degli immigrati, dei carcerati, dei disoccupati, degli anziani e dei senza fissa dimora.
A tal proposito, il porporato ha citato la realizzazione di un intero reparto sterile per la cura delle leucemie infantili donato all'Azienda Ospedaliera Pediatrica Santobono-Pausillipon e nato grazie alla vendita all'asta dei doni ricevuti dal Cardinal Sepe nel corso del suo apostolato, oltre alla raccolta di offerte destinate alla Casa di accoglienza per bambini ammalati di Aids di Chiang Mai in Thailandia.
La visita del Santo Padre servirà soprattutto a rilanciare l'impegno “a reagire, a lasciarsi coinvolgere, a trasformare secondo il disegno di Dio anche la realtà di una città come Napoli, che ha risorse immense e forse addormentate”.
Quanto all'Incontro interreligioso promosso da Sant'Egidio, che si terrà dal 21 al 23 ottobre, il porporato ha affermato che “quest'evento può dimostrare che la pace è possibile, [...] e che è un messaggio universale di cui Napoli si farà promotrice”.
“Non siamo condannati al pessimismo e alla violenza. Napoli sarà interprete di un messaggio di pace e concorreremo a rilanciarne l'immagine nel mondo”, ha sottolineato.
L'evento servirà quindi a dare “uno scatto morale e culturale di cui la città ha bisogno” e farà di Napoli “un centro importante nel dialogo ecumenico e interreligioso”.
In conclusione, ha detto il porporato, “dall'insegnamento di Benedetto XVI [...] vogliamo ripartire con una nuova speranza e non disperdere le energie, non lasciarsi andare ad atteggiamenti e sensazioni di smarrimento, di confusione e di pessimismo, per condividere 'assieme' la grande responsabilità di creare un futuro migliore”.