Dichiarazione dei Medici Cattolici di Milano sul caso dell'Ospedale San Paolo

ROMA, martedì, 28 agosto 2007 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito un comunicato diffuso dalla Sezione di Milano dell’A.M.C.I. (Associazione Medici Cattolici Italiani) sul caso accaduto nel giugno all’Ospedale San Paolo del capoluogo lombardo.

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In quella occasione, una donna di 38 anni, che si era sottoposta all’aborto volontario per interrompere la gravidanza di uno dei due gemelli che portava in grembo e affetto da sindrome di Down, dopo aver scoperto che era stato soppresso il feto sano e non quello malato, ha infine optato per un secondo aborto.

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A.M.C.I. – Associazione Medici Cattolici di Milano – analizzando il caso avvenuto al San Paolo di Milano non ha dubbi di fronte a quanto avvenuto: è stato un intervento abortivo per selezione eugenetica.

A.M.C.I. Milano sottolinea in particolare la tragedia che la famiglia sta vivendo, ma non può tacere davanti a una decisione, a un’azione che è frutto di una cultura egoistica che considera il feto malato come un peso per la società.

La vita è sempre un Dono e il diritto ad avere un figlio sano non trova giustificazione né sul piano etico-sociale né tantomeno giuridico.

Quanto avvenuto al San Paolo è una fatalità; per questo i Medici Cattolici di Milano non intendono gettare la croce addosso ai colleghi che hanno eseguito l’intervento, anche se al contempo sollecitano una pronta indagine da parte di tutte le strutture competenti.

I Medici Cattolici di Milano ribadiscono il rischio insito per il feto nelle metodiche e nelle tecniche di diagnosi prenatale e sottolineano come le stesse – la cui attendibilità non è sempre certa – possono portare alla soppressione di una persona sana.

Quello dei Medici Cattolici di Milano non è uno sterile richiamo confessionale; è un invito al rispetto della vita e della dignità umana che secondo credenti e – tanti laici non credenti – ha valore dal momento del concepimento.

Professor Giorgio Lambertenghi Deliliers

Presidente AMCI Milano

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ZENIT Staff

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